TOMBOLO - Un’azione tanto fulminea quanto inaspettata, un’aggressione tanto misteriosa quanto gratuita ai danni di Giuseppe “Beppe” Beghetto,...
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FISICO INTEGRO
I suoi trascorsi sportivi e la passione per la bicicletta che usa quotidianamente, gli permettono di avere un fisico e uno spirito ben lontani da quanto indicato dalla carta d’identità. Questo certamente gli ha permesso di accusare il colpo senza conseguenze particolari. Si è rivolto quindi direttamente alle cure del pronto soccorso dell’ospedale di Cittadella. Sottoposto alle verifiche del caso, gli è stata diagnosticata una prognosi di poco meno di dieci giorni per una ferita alla bocca. Al termine del periodo dovrà sottoporsi ad una ulteriore visita per determinare se ci sia la necessità di altri giorni di cura. L’accaduto sembra non avere nessuna spiegazione.
Non ci sono testimoni dell’aggressione avvenuta nel quartiere residenziale dove Giuseppe Beghetto abita da decenni, a pochi passi dalla piazza centrale del paese. Una zona assolutamente tranquilla come confermano alcuni vicini di casa. Non ci sono situazioni di criticità, di degrado o a rischio. Nella zona tante le abitazioni chiuse, segno che i proprietari sono ancora in vacanza. L’aggressore si è forse sentito osservato da Beghetto che invece stava andando nella massima tranquillità per la sua strada? Stava facendo qualche cosa e Beghetto si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato? Domande che ad ora non hanno una risposta. Le indagini sono in corso da parte dei carabinieri ai quali, come prevede la prassi, è stato comunicato il fatto. Negli annali dello sport il nome di Giuseppe Beghetto si lega in particolare alle Olimpiadi di Roma del 1960, tra l’altro le prime diffuse televisivamente a livello planetario, dove, in coppia con il corregionale Sergio Bianchetto, vinse la medaglia d’oro nella spettacolare specialità del tandem. Tre gli ori nella velocità ai mondiali del 1965, 1966 e 1968 e altrettanti i titoli italiani nella velocità. Genetica da campione trasmessa al figlio Massimo e al nipote Andrea, calciatori.
Michelangelo Cecchetto
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Il Gazzettino