Regeni, i genitori al Papa: «Nella sua visita in Egitto parli di Giulio»

Regeni, i genitori al Papa: «Nella sua visita in Egitto parli di Giulio»
È passato oltre un anno dal ritrovamento del corpo di Giulio Regeni al Cairo, «14 mesi surreali - dicono i genitori Claudio e Paola in una conferenza stampa al Senato...

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È passato oltre un anno dal ritrovamento del corpo di Giulio Regeni al Cairo, «14 mesi surreali - dicono i genitori Claudio e Paola in una conferenza stampa al Senato - e pieni di dolore, che ci hanno obbligato a non abbassare mai la guardia» e nei quali dall'Egitto non sono ancora arrivate risposte soddisfacenti per l'individuazione degli assassini del giovane ricercatore. 


 

«Esigiamo la verità - aggiunge la mamma di Giulio - abbiamo diritto alla verità per la nostra dignità, ma anche per poter guardare a testa alta negli occhi i tanti giovani che in questi mesi ci hanno scritto e ci sono stati vicini». Servono dunque «azioni - proseguono i genitori di Giulio - da parte delle istituzioni italiane ma anche europee. Italia e Europa devono essere al nostro fianco», altrimenti, prosegue Paola Regeni, «se non andranno avanti nella ricerca della verità, che esempio daranno ai giovani dei valori dell'Unione Europea?».

Nel corso della conferenza stampa è stato Claudio Regeni ha ricostruire le tappe principali di questi 14 mesi. «Non ci siamo mai sottratti ad alcun impegno. Abbiamo incontrato il presidente Mattarella, siamo stati a Cambridge e a Bruxelles, abbiamo visto, in un incontro breve ma intenso, papà Francesco» Inoltre, ha proseguito, c'è stato anche l'incontro con il procuratore egiziano Sadek, il quale «ci ha confermato che Giulio era un portatore di pace, ci ha assicurato massima collaborazione e ci ha detto che ci avrebbe fornito i video della metropolitana la sera della scomparsa di Giulio e l'intero fascicolo su Giulio».

Ma ad oggi, ha aggiunto il padre del ricercatore, «nulla di tutto ciò è arrivato». «Nonostante in quell'occasione ci guardasse negli occhi e ci dicesse 'è cosa fatà - ha aggiunto l'avvocato Ballerini - quei fascicoli e quei video mai sono stati dati né ai nostri consulenti al Cairo né a noi». In quell'incontro vi furono pure delle ammissioni da parte del procuratore. «Ci hanno detto che era attenzionato dalla polizia per la denuncia del leader del sindacato degli ambulanti. Ma - ha proseguito il legale - non è vero, era attenzionato già da prima. E hanno ammesso il coinvolgimento delle forze di polizia egiziana. Ma si tratta di brandelli di verità strappati da noi a forza e non arrivati grazie ad una collaborazione». Ecco perché la famiglia chiede «azioni» all'Italia e all'Europa. «Noi - ha detto Claudio Regeni - continuavamo a credere nelle Istituzioni. Ma chiediamo che l'ambasciatore italiano non torni al Cairo e, anzi, ci auguriamo che anche gli altri paesi dell'Ue facciano la stessa cosa».


E i genitori di Giulio hanno rivolto un appello a Papa Francesco: nel corso della sua visita in Egitto, il 28 e 29 aprile prossimi, affronti la vicenda del ricercatore torturato e ucciso. «Siamo sicuri - ha detto Paola Regeni in una conferenza stampa al Senato - che il papa non potrà in questo viaggio non ricordarsi di Giulio, unendosi alla nostra richiesta concreta di verità per avere finalmente la pace». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino