Giulia Schiff, l'italiana arruolata in Ucraina: «Ho l'orrore negli occhi, la guerra mi ha cambiato»

Cacciata dall'Aeronautica dopo le accuse di nonnismo, ora è volontaria: "L'Italia ha perso un bravo soldato"

Giulia Schiff: «Ho l'orrore nei miei occhi, la guerra mi ha cambiato. Ma tornerò a combattere»
«Non sono la stessa persona di sette mesi fa: quello che ho visto con i miei occhi sul campo di battaglia, cosa si prova a liberare un villaggio occupato dal nemico è...

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«Non sono la stessa persona di sette mesi fa: quello che ho visto con i miei occhi sul campo di battaglia, cosa si prova a liberare un villaggio occupato dal nemico è difficile da raccontare. In Ucraina in questo momento, si sta combattendo la Terza Guerra Mondiale». Ha lo sguardo limpido e il sorriso aperto Giulia Schiff, 23anni ex pilota dell’Aeronautica militare e arruolata nell’esercito ucraino per combattere come volontaria nelle Forze Speciali della Legione Internazionale. Dopo mesi di battaglia in prima linea è tornata a casa e ieri pomeriggio è stata a Roma, ospite alla manifestazione per la pace in piazza Madonna di Loreto, organizzata dall’Associazione Cristiana degli Ucraini in Italia.

Qual è stata la sua ultima missione?
«Sono stata impegnata nella liberazione di Kupiansk, nella regione di Kharkiv. Mi occupo soprattutto di ricognizioni. La situazione è ancora molto tesa e delicata. Le nostre operazioni hanno come obiettivo liberare i villaggi occupati. Questo significa attuare operazioni sul campo e rischiare. Come è successo quando il nostro blindato è finito sotto il fuoco nemico. O quando eravamo impegnati in un’operazione di liberazione, i russi hanno iniziato a bombardarci e una granata è finita a tre metri da me».

Si è trovata davanti a una situazione in cui è stata costretta a uccidere?
«Sono oltre la prima linea e sono un soldato. Di alcune cose non posso parlare ma appunto, sono un militare».

Una scelta coraggiosa. Non troppo?
«Io non ho paura, anche se il rischio di essere colpiti è altissimo. Ma è la vita che ho scelto e che sceglierei ancora. Gli abbracci delle persone che riusciamo salvare e a liberare rappresentano il senso di quello che stiamo facendo. Anche se qui in Italia mi sembra che non a tutti sia chiaro cosa sta accadendo».

Cioè?
«Sui social non c’è controllo e la propaganda russa prende piede conservando grande seguito. È necessario informarsi».

Quando ha deciso di arruolarsi?
«Non appena ho visto quello che stava accadendo, ho deciso di partire. Ora so che il mio posto è lì, anche a costo della vita».

Dal fronte riesce a mantenere i contatti con la famiglia?
«Ci sono state lunghe settimane di silenzio, soprattutto nei primi mesi della guerra. Con il mio battaglione sono stata destinata a zone dove non era possibile alcun contatto. In quel caso, si sono attivate le ambasciate».

Nel 2019 aveva denunciato di essere stata vittima di atti di nonnismo avvenuti nel “battesimo del volo” e in seguito è stata espulsa dall’Aeronautica italiana: oggi come ripensa a quello che le è accaduto?


«Ci hanno perso loro e comunque non tornerei mai indietro. In Ucraina, combattendo al fronte, ho capito che quella è la mia strada lì ho trovato una famiglia. E non vedo l’ora di tornarci».

 

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Il Gazzettino