L'ex pilota Schiff: «Potrei combattere in Israele» E il generale impugna la condanna

VENEZIA - Sarà sfida in Tribunale fra l'ex pilota Giulia Jasmine Schiff e il generale Leonardo Tricarico. A un anno dall'emissione del decreto penale di condanna a...

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VENEZIA - Sarà sfida in Tribunale fra l'ex pilota Giulia Jasmine Schiff e il generale Leonardo Tricarico. A un anno dall'emissione del decreto penale di condanna a 700 euro, per l'accusa di aver diffamato la 24enne di Mira, il provvedimento è stato notificato dal Tribunale di Venezia all'ex capo di stato maggiore dell'Aeronautica militare, il quale ha incaricato l'avvocato Michela Scafetta di impugnarlo. Nel frattempo ieri a Latina è stata celebrata una nuova udienza del processo in cui la giovane è parte civile per il "battesimo del volo", ma nel suo futuro potrebbe esserci ancora la divisa: non più dell'Ucraina, bensì di Israele, visto che il marito Victor ha la doppia cittadinanza.


VOLONTARI
La coppia si era conosciuta sul fronte della guerra con la Russia, dopodiché aveva deciso di dedicarsi alla beneficenza in Ucraina, dove ora dovrebbe ritornare Giulia, mentre Victor è in partenza per Israele come «volontario e veterano». Ha raccontato lei all'Adnkronos: «Dal momento che io sono per un quarto ebrea e nonostante io sia anche per un quarto egiziana, c'è la possibilità che, se si aprisse l'opportunità di arruolarsi, andrei a supportare Victor perché c'è anche una buona probabilità che il team Masada rientri effettivo in Israele». Si tratta della squadra speciale in cui la donna era entrata durante il conflitto ucraino.


TESTIMONI


Intanto è ripreso il dibattimento sulle ipotesi di violenza privata aggravata e lesioni personali aggravate, contestate agli otto sergenti Andrea Angelelli, Leonardo Facchetti, Joseph Garzisi, Luca Mignanti, Matteo Pagliari, Andrea Farulli, Gabriele Onori e Ida Picone. Verso quest'ultima l'avvocato Massimiliano Strampelli ha ritirato la costituzione di parte civile, in quanto dal video non emergerebbe un suo coinvolgimento attivo nei presunti atti di nonnismo. È stata sentita come testimone un'ex compagna di corso di Schiff, a sua volta sottoposta al "rito", a cui però aveva detto di aver prestato il consenso: «Quelle pacche erano semplicemente delle congratulazioni», ha dichiarato in aula, confermando tuttavia di aver visto in spogliatoio le lesioni anche sui corpi di altre quattro allieve. Secondo il medico legale Pietro Mutolo, consulente della Procura, i segni sui glutei sono compatibili con quanto mostrato dal filmato: lesioni dovute ad oggetto contundenti con una sezione di circa 40 centimetri, cioè secondo l'accusa l'effetto delle frustate con i rami di alloro.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino