Omicidio Cecchettin, a Barcis le telecamere non funzionavano. Ecco perché il «buco» nella fuga di Filippo Turetta

Due consiglieri hanno evidenziato il problema chiedendo le dimissioni del sindaco

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«Questa è l’ennesima dimostrazione di incapacità amministrativa dimostrata dalla giunta comunale guidata dal sindaco Claudio Traina: ci chiediamo se non provino quantomeno un po’ di vergogna in questi giorni sapendo che in tutto il Nord Italia si stava cercando l’assassino della povera Giulia Cecchettin e che questi è transitato proprio per Barcis, dove le telecamere, dislocate lungo la strada che attraversa il paese, da oltre due anni sono fuori uso».

Il buco nella fuga di Filippo Turetta

L’attacco è dei consiglieri di minoranza Enzo Olivier, Michele Guglielmi e Alessandro Boz e riguarda l’impasse subita dall’indagine sulla morte della giovane studentessa veneta.
Il tragitto di Filippo Turetta era, infatti, stato immortalato dalle telecamere di Sacile, Caneva e Polcenigo, poi c’era stato un “buco” di oltre 60 chilometri fino a quando la Fiat Grande Punto nera era stata immortalata alle gallerie, dopo la diga del Vajont di Erto e Casso. La svolta, per scoprire dove lo studente avesse nascosto il cadavere dell’ex fidanzata, è arrivata quando è terminata la manutenzione dell’impianto in Piancavallo, quattro giorni dopo il delitto.

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Telecamere spente

«Se le nostre riprese fossero state attive - incalzano dall’opposizione consiliare - gli investigatori avrebbero subito capito che il corpo era lungo la strada della Val Caltea, visto il tempo impiegato per abbandonare la salma di Giulia sotto una roccia. Invece, ci sono volute altre 48 ore di ricerche, circostanza che avrebbe potuto magari favorire la fuga di Filippo. Crediamo che in questa figuraccia fatta di fronte alle istituzioni e alle forze dell’ordine che davano la caccia al fuggitivo, la giunta Traina ci abbia trascinato tutto il paese di Barcis - proseguono, invocando le dimissioni -. Come si fa, ci si chiede, ad avere un impianto di videosorveglianza di diverse telecamere sparse lungo la strada principale del paese ed anche in altre zone più o meno sensibili che sono costate alla collettività un sacco di soldi e lasciarlo fuori uso per oltre due anni? Noi crediamo che quasi la totalità dei cittadini di Barcis fosse all’oscuro di tutto ciò, magari ritenendosi in questo tempo anche un po’ più sicuri contando sulla presenza delle videocamere di sorveglianza. Purtroppo non è stato e non è così da oltre due anni».

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L'appello

I tre consiglieri di opposizione lanciano al primo cittadino un appello per il futuro: «Vogliamo dire al sindaco e al suo esecutivo municipale che con la sicurezza dei cittadini non si scherza: lo sapevano che l’impianto era fuori uso da tutto questo tempo ed è inutile nascondersi, come sicuramente faranno, dietro le solite scuse su mancanza di contributi o sui tempi della burocrazia. No caro sindaco, no cari assessori: la sicurezza dei vostri cittadini viene prima di tutto. Avreste dovuto spaccare il mondo in quattro per questo, perché siete voi che state amministrando, siete voi che avete in mano la sicurezza dei cittadini e siete voi che dovete cercare le soluzioni e in questo caso non certo aspettando tutto questo tempo».

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Il Gazzettino