Venezia, Madonna della Salute nel segno di Giulia Cecchettin. Il patriarca: «Oggi più che mai una riflessione sulla realtà del vero amore»

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VENEZIA - «Oggi, più che mai, anche alla luce del tragico epilogo della vicenda di Giulia Cecchettin, giovane donna di 22 anni, s'impone - a livello sociale e, soprattutto, educativo - una riflessione sul valore del rispetto tra uomo e donna, nonché sulla realtà del vero amore, che sempre riconosce l'altrui libertà». Lo ha detto oggi il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, nell'omelia della messa solenne per la ricorrenza della Madonna della Salute, festa patronale della città.

«È importante per la Chiesa riconoscere sempre più e promuovere il valore della donna - ha aggiunto Moraglia - che si esprime nell'accoglienza e nell'ospitalità, peculiarità ben espresse dal grembo materno in cui ogni essere umano viene accolto, altrimenti non ci potrebbe essere nuova vita. E la vita, prima di tutto, è dono ma anche accoglienza ed ospitalità».

Il pellegrinaggio alla Madonna della Salute è festa sentita a Venezia ed è legata alla peste che colpì la città tra il 1575 e il 1577 con decine di migliaia di vittime. La liberazione dal morbo portò la Serenissima a costruire una chiesa sul Canal Grande, progettata dal Longhena, e alla festa che ogni anno vi si celebra. Per alcuni giorni i veneziani vanno in pellegrinaggio attraverso un ponte di barche sul Canal Grande, assistono alla messa e donano una candela.

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Il Gazzettino