OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
BORGO VALBELLUNA - Aspettava da tempo A. quella gita messa in calendario il 23, 24 e 25 marzo con i compagni di classe: tre giorni in Francia, notti fuori lontano da casa, risate e scherzi con gli amici, l’emozione di un viaggio lontano senza mamma e papà. Invece svanisce tutto nel labirinto della burocrazia.
IL CASO
A. ha 13 anni, è nato in Italia da genitori romeni, il papà Cristinel è il titolare di un’attività a Trichiana; il bambino ha la carta d’identità italiana non valida per l’espatrio a meno che non sia accompagnato da mamma e papà; può anche recarsi all’estero con il passaporto romeno, ma quello di A. è scaduto.
LA DELUSIONE
«Mio figlio ci è rimasto male -confessa rammaricato il papà- sperava tanto di poter stare qualche giorno con i suoi amici, ma non c’è stato verso, le ho provate davvero tutte». Vero che gli organizzatori della gita forse poteva informarsi prima sulla parte burocratica prevedibilmente complicata trattandosi di minori, evitando che chi doveva procurarsi documenti non si trovasse all’ultimo momento con l’acqua alla gola; vero anche che bastava anche modificare la meta restando in Italia; vero anche che se un ragazzino non partecipa a una gita di classe, in realtà non è la fine del mondo, ci andrà il prossimo anno. Resta l’amarezza perchè in tempi di declamata inclusione, soprattutto dal mondo della scuola sempre molto sensibile al tema, alla prova dei fatti vige la discriminazione tra chi è nato in Italia da genitori italiani e chi è nato in Italia, ma deve pagare all’ottusità istituzionale lo scotto di avere genitori non italiani. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino