Frana il sentiero: la gita rischia di trasformarsi in tragedia

I volontari al lavoro per rirpristinare il sentiero franato
COMELICO - Il pericolo di percorrere sentieri di montagna franati, senza informazioni che ne segnalino l’interruzione, è una eventualità non tanto remota in...

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COMELICO - Il pericolo di percorrere sentieri di montagna franati, senza informazioni che ne segnalino l’interruzione, è una eventualità non tanto remota in questi periodi di instabilità dei pendii dolomitici con ghiaioni in continuo movimento. La settimana scorsa è capitata una disavventura che poteva avere conseguenza gravi ad un escursionista sul Passo della Sentinella nel Vallon Popera. A raccontare la vicenda è Enrico Croce. 


LA TESTIMONIANZA
«Ho vissuto la brutta esperienza di scendere in val Popera dal Passo della Sentinella dopo aver percorso la Strada degli alpini in Val Fiscalina - racconta Enrico - . La scala in legno appena sotto il passo finisce nel vuoto per 4 metri. Sulla parete rocciosa sottostante vi è una corda di emergenza. Sono le 18 e 30 e tornare indietro è improponibile. Come ha fatto la coppia di tedeschi incontrati alle 17.30 a metà salita da passo Undici. E poi abbiamo prenotato al rifugio Berti. Riusciamo a raggiungere la corda con sicurezza precaria al limite della scivolata. Seguono altre difficoltà miracolosamente superate. Infine un ghiaione mal battuto ma 100 volte meglio dell’inizio discesa. Arriviamo al Berti alle 21.30 piuttosto provati e aggiungerei anche ingannati». 


IL PROBLEMA
Il sentiero sul ghiaione sotto il Passo della Sentinella negli scorsi anni era ben tenuto, ma da quando il ghiacciaio sottostante si è praticamente dissolto, ora ad ogni temporale la traccia del percorso pedonale viene travolta e resa impercorribile. Lo conferma lo stesso gestore del Rifugio Berti, Bruno Martini. «Purtroppo - dice - abbiamo questo problema col tracciato che sale e scende dal Passo della Sentinella. Noi diciamo sempre ai nostri ospiti che quel percorso è adatto solo ad escursionisti esperti». 


LA PROTESTA
Enrico Croce si lamenta tuttavia per le mancate informazioni. «Mi chiedo - afferma - possibile che due gestori di rifugio non conoscano la reale situazione? Chi doveva fare i lavori di sistemazione lo sapeva. Poteva avvisare i gestori, mettere un cartello “Passo sentinella non percorribile” esposto a passo Undici e in val Porpera. E invece nulla. Per fortuna ci è andata bene e al Berti ci hanno accolto gentilissimi con un minestrone».


I LAVORI


La protesta di Croce ha trovato ascolto sollecito nella sezione del Cai Val Comelico, che nello scorso fine settimana ha realizzato un intervento di sistemazione del tracciato con gli strumenti tradizionali di pala e piccole, e soprattutto ha fissato nuovi tratti di corda d’acciaio per garantire l’aggancio nei punti più rischiosi. «È stato un intervento molto impegnativo -dice il presidente del Cai Valcomelico, Gianluigi Topran D’Agata- che ha visto una dozzina di volontari salire in quota e lavorare in condizioni di instabilità sul pendio, riaprendo il sentiero sul ghiaione e rimettendo una cinquantina di metri di corda saldata alla roccia per favorire i passaggi più pericolosi, Ora il sentiero è reso percorribile in sicurezza per l’accesso al passo e per scendere per coloro che provengono dalla “Strada degli alpini”. Il tracciato richiede comunque una buona dimestichezza nell’andare in montagna. Ringrazio i volontari per l’impegnativo intervento svolto, Daniele Doriguzzi, Michele De Martin Topranin, Silvano De Bettin, Edi Pontiln Scala, Lelio De Bernardin, Emilio e Guido Grandelis, Francesco Pomarè, Andrea D’Ambros, Roberto Casanova, Gino De Zolt, Cecilia De Filippo, Giorgio Osta». 

 

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Il Gazzettino