Giovanni, 19 anni, tra i migliori violini al mondo: «Prima del concerto ballo»

Giovanni Andrea Zanon
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CASTELFRANCO VENETO - Occhi verdi e viso dolce, Giovanni Andrea Zanon è un talento del violino. Il musicista di Castelfranco Veneto a soli 4 anni è entrato in conservatorio e ora è considerato uno dei migliori violinisti al mondo. Adesso di anni ne ha 19 e il prossimo 15 maggio sarà al Verdi di Pordenone. Un grande della musica con un animo semplice. «Anche se sono giovane è da molto che studio» confessa Giovanni Andrea. Attualmente frequenta l'Hans Eisler di Berlino, considerata la migliore scuola di musica d'Europa.


Quando è nata questa passione?
«A un anno e mezzo ho iniziato a cantare e a due anni a suonare. Vedevo mia sorella con il violino, questo oggetto misterioso. A due anni ho avuto il mio primo violino e siccome avevo paura che qualcuno me lo prendesse non mi separavo mai da lui. Lo consideravo una parte di me, un prolungamento del mio braccio».
 
Com'è entrare in Conservatorio a quattro anni?
«All'inizio pensavano che l'allieva fosse mia madre, tanto che le dissero che forse il bambino era meglio lasciarlo a casa. Fare le lezioni teoriche era complicato perché a quell'età non riuscivo a stare attento, poi sono riuscito a fare tutti gli esami e a 14 anni mi sono diplomato al Benedetto Marcello di Venezia. Poi ho fatto un Master in America».

Un master post laurea dieci anni prima rispetto agli altri.
«Inizialmente non mi integravo con i compagni, i primi mesi non parlavo con nessuno, il distacco di età si sentiva. Poi ho trovato un ristorante italiano e i titolari sono diventati la mia seconda famiglia. Dopo questa esperienza mi sono trasferito direttamente in Germania».

Questa vita comporta molto sacrificio e anche solitudine. 
«Non la vivo male, per me la normalità è questa. La mattina mi alzo e so che devo studiare e devo dedicare molto tempo al violino. Questo non mi pesa, la cosa più complicata è riuscire a mantenere il controllo della pressione che provo nel dover sempre cercare di essere al meglio. Perché più si è esposti e più si è aperti alle critiche. È sempre stata una vita molto semplice, ma anche molto complicata. La solitudine a New York mi ha aiutato tantissimo: quando si è soli si inizia a riflettere».

È considerato uno dei migliori talenti al mondo, ma è anche umile.
«L'umiltà è la chiave per migliorare, io mi sento il violinista migliore prima di un concerto, ma giusto per darmi la carica, poi tutto il resto del tempo sono molto autocritico e questo mi aiuta a cercare sempre nuove idee».

Un rituale che compie prima di ogni concerto?

«Ballo. È una cosa che mi rilassa tantissimo. Un modo per sciogliere il corpo. Immagino la musica e ballo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino