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CASTELFRANCO/VERONA - «Il mio Vivaldi in technicolor, per aprire le porte della musica classica ai giovani». Giovanni Andrea Zanon, giovane e lanciatissimo violinista di Castelfranco Veneto, ha due priorità come musicista. Il rispetto per i compositori e le loro opere e la passione di condividerle con i suoi coetanei. Sono i principi che hanno guidato il progetto "Viva Vivaldi. The Four Seasons Immersive Concert" che si terrà all'Arena di Verona il 28 agosto in occasione dei 300 anni dalla pubblicazione de "Le quattro stagioni" di Antonio Vivaldi. Da un lato la sacralità della musica con Fondazione Arena di Verona. Dall'altro l'avanguardia della tecnologia di Balich Wonder Studio leader nel live entertainment e accreditato per le Cerimonie Olimpiche, da Rio 2016 a Fifa Qatar 2022. Dal vivo una rilettura immaginifica de "Le quattro stagioni" che affascinerà anche le nuove generazioni. E proprio ai giovani sarà riservata la speciale promozione under 30: biglietto a 28 euro in tutti i settori.
L'operazione, che debutta ufficialmente a Verona e il prossimo anno volerà nei teatri del mondo, è fortemente voluta anche dalla Fondazione Arena che da anni porta avanti un'azione di divulgazione della lirica e della classica.
Come è nata l'idea di proporre questo Vivaldi immersivo?
«Tutto è nato da una cena dopo le Olimpiadi invernali di Pechino. Io ero artista ospite della cerimonia di chiusura che era stata creata da Marco Balich, C'era la pandemia, era tutto chiuso e in hotel ci siamo messi a parlare di quello che ci sarebbe piaciuto fare per rendere la musica immersiva, richiamare migliaia di giovani e coinvolgere un pubblico più ampio. Abbiamo lasciato lì qualche spunto sviluppato poi via mail. Pezzo dopo pezzo siamo riusciti a costruire un evento che credo sarà di grande impatto mediatico. Un progetto di cui sono entusiasta».
Perché le Quattro stagioni? Solo per onorare un anniversario o perché Vivaldi è molto pop?
«Per entrambe le cose. C'era l'idea di onorare l'anniversario ma volevamo partire con questo progetto per coinvolgere il maggior numero di persone possibile. Le Stagioni sono forse il brano di musica classica più celebre, ma nel concerto ci sarà anche la Tempesta di mare».
Ci sono stati interventi sulla musica? Il Prete Rosso può dormire tranquillo?
«Il punto di partenza per me è che artisticamente lo spettacolo fosse il più alto possibile, quindi la musica è intatta. Il Prete Rosso può dormire tranquillo. Tutto il resto è stato pensato per ampliare la forza della musica, non per disturbarla. Il risultato finale è riuscito a cogliere lo spirito di questa operazione, è un racconto ideato benissimo che ha un significato sociale. Ci saranno schermi enormi con degli ologrammi e poi un racconto per ogni stagione. Sarà un inno alla natura».
Il senso di questa operazione è quindi che la musica classica dovrebbe uscire dalla torre d'avorio?
«Il problema di portare i giovani a teatro c'è in tutto il mondo. Il senso di questo progetto è cercare di offrire una visione nuova che possa lasciare a bocca aperta chi non ha mai visto un violino e in un teatro non ha mai messo piede. Semplificando un po' dire che l'idea è applicare delle tecnologie costose e complesse di solito utilizzate dalla musica pop e rock per ampliare la forza della musica classica».
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Il Gazzettino