I figli di Berlusconi contro l'ex olgettina. Giovanna Rigato: «Mai estorto soldi al Cavaliere»

Giovanna Rigato, la showgirl trevigiana di Orsago, sotto accusa per tentata estorsione
ORSAGO (TREVISO) - I cinque figli di Silvio Berlusconi contro l’ex olgettina trevigiana Giovanna Rigato. Gli eredi dell’ex premier, deceduto lo scorso giugno a 86...

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ORSAGO (TREVISO) - I cinque figli di Silvio Berlusconi contro l’ex olgettina trevigiana Giovanna Rigato. Gli eredi dell’ex premier, deceduto lo scorso giugno a 86 anni, ieri si sono costituiti come parte civile nel processo a carico della showgirl. La donna è accusata di tentata estorsione per aver cercato di spillare un milione di euro al Cavaliere dietro la minaccia di raccontare la verità sulle “cene eleganti” che si tenevano nella villa di Arcore ai tempi dello scandalo legato a “Ruby Rubacuori”. Il processo che vede alla sbarra Rigato è incardinato a Monza. E i figli dell’ex leader di Forza Italia hanno scelto di andare fino in fondo. L’udienza di ieri mattina avrebbe potuto rappresentare la fine del processo stesso se gli eredi avessero rinunciato. Invece no. 


LA DIFESA

La decisione degli eredi non ha sorpreso Rigato, anzi. «Me l’aspettavo - afferma la 42enne, raggiunta al telefono -. Se intendono andare avanti lo facciano pure, è un loro diritto. Io chiarirò la mia posizione davanti ai giudici. Sono serena perché so di non aver commesso ciò di cui sono accusata». La donna, difesa dall’avvocato Stefano Gerunda e dal collega Corrado Viazzo, continua a negare ogni addebito, come ha fatto in tutti questi anni. «Non ho mai cercato di estorcere denaro a Berlusconi - spiega l’imputata -. Stavamo semplicemente cercando di raggiungere un accordo per un risarcimento visti i danni d’immagine che avevo subìto per il coinvolgimento per lo scandalo di Ruby e i processi che ne sono scaturiti. Sono stata ricevuta ad Arcore: se fossi stata un estorsore o una persona non gradita non mi avrebbero neppure lasciata entrare». «Comunque chiarirò tutto nelle sedi opportune» conclude Giovanna Rigato, fiduciosa di dimostrare la sua innocenza. Oggi la 42enne originaria di Orsago, continua a vivere a Milano e a lavorare nel mondo dello spettacolo. E non vede l’ora di lasciarsi definitivamente alle spalle le vicende legate ad Arcore. 


LA DENUNCIA

L’inchiesta a carico della trevigiana, volto noto del piccolo schermo, era partita nel 2017, quando Berlusconi si era presentato a sorpresa in procura a Milano. Come parte offesa, stavolta, mentre infuriava il Rubygate. Il Cavaliere aveva denunciato una delle giovani ospiti delle feste ad Arcore per tentata estorsione. La ragazza, a detta del Cavaliere, si sarebbe presentata a casa sua, a villa San Martino, a partire dal settembre del 2016 chiedendo un generoso pagamento in cambio del silenzio su cosa succedeva effettivamente durante le cene. Avrebbe preteso un milione di euro altrimenti avrebbe cambiato la propria versione sulle feste ad Arcore, a scapito del padrone di casa. Alle presunte minacce non era seguito il versamento della somma, bensì la denuncia, poi sfociata nel processo a carico della trevigiana. Si torna il aula il prossimo 17 aprile. Rigato era finita a processo anche in uno dei filoni del procedimento “Ruby ter”, insieme a Berlusconi, con l’accusa di falsa testimonianza e corruzione in atti giudiziari. 

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Il Gazzettino