Giovani e lavoro, i ristoratori: «Il segreto? Pagare bene chi è bravo»

Luigi Bortolini Gigetto, storico ristoratore di Miane
TREVISO - Vanno cresciuti, coccolati e valorizzati. Solo così, anche durante le festività, si può garantire un buon servizio ai clienti. Lo sanno bene i...

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TREVISO - Vanno cresciuti, coccolati e valorizzati. Solo così, anche durante le festività, si può garantire un buon servizio ai clienti. Lo sanno bene i grandi ristoranti trevigiani, i cui camerieri, e il cui personale di servizio in generale, viene sempre al primo posto. «La professionalità paga, e su questo non ci sono discussioni - sottolinea Luigi Bortolini Gigetto, storico ristoratore di Miane -. I bravi collaboratori bisogna tenerseli stretti, il che significa garantire loro adeguati compensi. Altrimenti, com'è ovvio, se ne vanno da chi li paga meglio. Così lavorano in armonia sia in sala che in cucina, e lo garantisco, è un vantaggio per tutti».


LAVORO DI GRUPPO


Perché alla fine, lavorare in ristorante, è come far parte di una piccola orchestra, in cui ognuno deve fare la sua parte. «Ci affidiamo a un gruppo collaudato - continua Gigetto -, ma oltre ai nostri camerieri fissi, ce ne sono altri a disposizione. Costano qualcosa in più? Si, ma è normale, bisogna sapere cosa si aspettano gli altri. E poi chi ha fatto la gavetta capisce le dinamiche del mestiere. Io facevo le stagioni a Jesolo, ma lavoravo anche in officina, domenica compresa. I giovani d'oggi? Sono bravi, ma bisogna renderli più consapevoli di come funziona il mondo del lavoro».


TITOLARI E RISERVE


«Formare la squadra non è stato facile - ammette anche un altro celeberrimo ristoratore trevigiano, Celeste Tonon -, ma ora ho un gruppo di persone, oltre ai camerieri fissi, pronto a scendere in campo durante le festività o i banchetti più importanti. Per noi è fondamentale: il nostro obiettivo è non deludere mai i nostri commensali. E per farlo bisogna non solo pagare i giovani, ma anche motivarli». D'accordo con lui anche Ivano Camerotto del ristorante Da Domenico di Lovadina: «I camerieri e i collaboratori, specie di questi tempi, bisogna tenerseli stretti: non solo per il bisogno di garantire il servizio durante le feste, come successo a Pasqua, ma anche perchè la professionalità, e la cordialità, va premiata. La giusta retribuzione è l'unico modo per tenersi strette queste persone preziose per ogni tipo di attività, ristoranti compresi».

 

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Il Gazzettino