Dal Duemila ad oggi il Fvg ha perso i suoi giovani migliori: ogni anno se ne vanno laureati che valgono 400 milioni di euro

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Tradotto in cifre, quindi in soldi, è un po’ come se il Friuli Venezia Giulia perdesse ogni anno un valore potenziale pari a circa 400milioni di euro. Un uno per cento del prodotto interno lordo regionale, ma ogni 12 mesi. È un’emorragia che pesa non tanto sull’economia dell’oggi, ma sulle prospettive che attendono il Friuli Venezia Giulia tra dieci-venti anni, cioè quando la forza lavoro e soprattutto le competenze saranno quelle dei giovani che adesso dimostrano sempre più spesso di volere un futuro lontano da qui. Quasi sempre all’estero, ma anche in altre regioni d’Italia considerate migliori per le opportunità lavorative che riescono ad offrire. E c’è un dato che spicca sugli altri: dal 2002 ad oggi l’emorragia non solo non è stata arrestata, ma è pure peggiorata. 


EMIGRAZIONE


Chi lascia il Friuli? E perché lo fa? I grafici non dicono tutto e nemmeno i numeri possono spiegare le singole ragioni che stanno alle spalle della nuova ondata migratoria che porta lontano dalla nostra regione. Però aiutano, perché danno una dimensione al fenomeno. E per capire la proporzione di quanto sta succedendo si deve partire da quello che accadeva all’inizio del nuovo secolo. Due anni dopo il passaggio al Duemila, infatti, in tutto il Friuli Venezia Giulia risultavano cancellati all’anagrafe ed emigrati all’estero 924 cittadini prima residenti in regione. L’anno scorso, invece, si è chiuso con un numero quasi triplo, pari cioè a 2.353 persone di tutte le età che hanno cancellato la loro residenza in Friuli Venezia Giulia per trovare fortuna in un altro Paese. Una crescita continua che nemmeno le tante misure che la giunta Fedriga sta provando a mettere in campo riescono apparentemente ad arginare. 


LA COMPOSIZIONE


Ma chi “scappa” dal Friuli? Principalmente i giovani, quindi proprio la categoria di cui si avrebbe più bisogno per modellare e progettare l’economia del futuro. Delle 2.353 persone che hanno lasciato la nostra regione l’anno scorso, infatti, 1.284 avevano tra i 18 e i 39 anni. E nell’80 per cento dei casi si è trattato di giovani con in mano titoli di studio di prima fascia, evidentemente da far valere in contesti lavorativi giudicati più attrattivi. Anche e forse soprattutto dal punto di vista economico. 
Un fenomeno in crescita, però, è anche quello dei giovanissimi, cioè degli adolescenti. Se infatti all’inizio del secolo gli espatri si contavano sulle dita di due mani, l’anno scorso hanno sfiorato quota quattrocento. E non sono solamente figli minorenni costretti a seguire i destini migratori dei loro genitori, ma anche di ragazzi mandati a studiare all’estero ancora prima di iniziare la loro carriera accademica. 
È dal 2005, tornando ai numeri complessivi non scorporati in relazione all’età, che il saldo in uscita supera sempre il migliaio. Ed è esattamente dal 2013, invece, che lo stesso dato ha sfondato costantemente il muro delle duemila persone, con picchi anche superiori alle tremila partenze dal territorio del Friuli Venezia Giulia verso l’estero. Tutte competenze e professionalità che poi diventa difficilissimo riportare a casa e di cui la nostra regione e le nostre aziende avrebbero un bisogno disperato e immediato, costrette come sono ad andare a pescare altrove per non rimanere a secco. 


LA MAPPA


Infine le proporzioni geografiche della fuga dei giovani dalla nostra regione. La provincia di Udine, viste le dimensioni e i dati demografici, è quella che paga il tributo più salato in questo fenomeno, con più di cinquecento giovani che hanno lasciato il territorio l’anno scorso. Sono stati 321, invece, i giovani partiti da Trieste. Meno grave, a quanto pare, la situazione pordenonese, con 343 partenze in un anno.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino