"Bamboccioni", ma per necessità. In Fvg tre giovani su cinque vivono ancora a casa dei genitori. Ecco perché

Carovita, mutui e affitti impossibili. Il 57 per cento non se ne va da casa

"Bamboccioni", ma per necessità. In Fvg tre giovani su cinque vivono ancora a casa dei genitori. Ecco perché
Stipendi medi troppo bassi, in special modo nel settore privato dove dominano i contratti a tempo determinato proprio in quella fascia d’età. Mutui che nessun...

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Stipendi medi troppo bassi, in special modo nel settore privato dove dominano i contratti a tempo determinato proprio in quella fascia d’età. Mutui che nessun istituto di credito vuole concedere a persone che non possono ancora presentare una situazione lavorativa stabile oppure un guadagno di un certo tipo. Affitti sempre più cari anche per semplici monolocali, non parliamo poi dei bilocali a 700 euro al mese. 


In Friuli Venezia Giulia sempre più persone tra i 18 e i 34 anni continuano ancora a vivere sotto il tetto di mamma e papà. Li chiamavano “bamboccioni” (termine coniato dall’allora ministro dell’ultimo Governo Prodi, Tommaso Padoa Schioppa), sono diventati la normalità. 


Ancora a casa dei genitori: perché

In Friuli Venezia Giulia (e i dati sono quelli ricavati dalle tabelle dell’Istat) più della metà dei giovani tra i 18 e i 34 anni vive ancora a casa dei genitori. Nel dettaglio, l’istituto nazionale di statistica fissa l’asticella al 57 per cento. E poco importa che quella del Friuli Venezia Giulia sia una percentuale più bassa rispetto a quelle di altre regioni del Nord Italia. Il problema esiste e non è certamente una questione di comodità. Pesano infatti in modo determinante l’impatto del carovita e le difficoltà nel trovare un lavoro stabile, ben pagato e in grado di garantire ai ragazzi l’autonomia finanziaria indispensabile per lasciare il “nido” e trovarsi una sistemazione indipendente.

La tipologia

È vero poi che il 50 per cento di chi vive ancora a casa dei genitori è uno studente. Si tratta quindi di una fase della vita che si può ancora definire di transizione. 
Ma lo è altrettanto il fatto che l’altra fetta della torta - numericamente identica - ha un lavoro oppure lo sta cercando. Di questa quota, poi, lavora solamente il 36 per cento del campione mentre l’11 per cento della popolazione di riferimento e oggetto di studio è alla ricerca di un’occupazione. 


Giovani indipendenti, ma non del tutto

Non è difficile immaginare perché ancora oggi il 57 per cento dei giovani residenti in Friuli Venezia Giulia si ritrovi ancora a vivere con i propri genitori nella casa di sempre. Stando infatti alle rielaborazioni dell’Ires del Friuli Venezia Giulia basate sui dati dell’Istat, l’imponibile medio annuo di un giovane con meno di 25 anni d’età è davvero basso. Si parla infatti di 10.778 euro. Un dato ancora inferiore se si considera la popolazione femminile, che in media conta su 8.273 euro in un anno. Impossibile, a queste condizioni, guadagnare l’indipendenza abitativa. 
La seconda fascia di riferimento è quella che va dai 25 ai 29 anni. In questo caso l’imponibile cresce sensibilmente ma resta molto più basso rispetto a quello su cui possono contare le persone più avanti con gli anni. Prima dei trenta, infatti, la media arriva a 17.797 euro in un anno e ancora una volta per la popolazione femminile i numeri sono più bassi, dal momento che le donne si fermano a un imponibile medio annuo di 14.801 euro. 
Infine l’ultima fascia che ci interessa, cioè quella delle persone tra i 30 e i 34 anni. Qui l’imponibile annuo medio si stabilizza a quota 20.890 euro, con la componente femminile che ancora una volta si trova sotto, a quota 16mila euro circa. 

Lavoro: i contratti a tempo

I contratti a tempo determinato, che “esplodono” proprio in questa categoria anagrafica, non aiutano a garantire ai giovani del Friuli Venezia Giulia una vera indipendenza abitativa. In media, infatti, gli impieghi indeterminati arrivano generalmente attorno ai 30-35 anni, quindi interessano una fetta minoritaria del campione di riferimento. E senza un contratto stabile diventano quasi impossibili due operazioni chiave che chiunque deve affrontare per trasferirsi e lasciare il “nido” nel quale vivono anche i propri genitori: l’accensione di un mutuo oppure l’avvio di un affitto. 


In questi due campi i criteri sono sempre più stringenti: anche solamente per prendere una casa in affitto, i proprietari degli alloggi chiedono spesso garanzie “insostenibili” per un giovane ancora nel “giro” dei vent’anni. E senza la garanzia offerta sempre dai genitori, poi, è un’impresa quasi impossibile riuscire ad ottenere il via libera per un mutuo.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino