Fino a oggi pareva che solo Dante avesse osato tanto. Cioè mettere un Papa all’Inferno. Adesso, però, c’è una nuova teoria: che a fare altrettanto, e prima ancora...
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La novità è contenuta nel saggio "Alberto da Padova e la cultura degli agostiniani" curato dal professor Francesco Bottin (edizioni Padova University Press) ed è firmata dal professor Giuliano Pisani, docente, storico e scrittore, già autore del volume "I volti segreti di Giotto", diventato un best seller a livello internazionale.
Che cosa sostiene questa volta? Prendendo in esame le figure allegoriche della Cappella degli Scrovegni, e in particolare quelle collocate sulla sovrapporta laterale, si sofferma sulla complessa e ardita simbologia presente: «Esemplare - sottolinea a pagina 267 - è la rappresentazione dell’Inferno, dove, qualche anno prima di Dante, si collocano tra i dannati, per lussuria e simonia, vescovi e frati, e si intravede anche un volto con tiara papale (le immagini e nella pagina successiva figure 51-53, ndr). Il pittore, tra l’altro, riconosce proprio ad Alberto da Padova il ruolo di "teologo di Giotto" ponendogli sulle spalle il modellino della Cappella e facendolo approvare da Santa Caterina d’Alessandria, patrona dei teologi e degli Agostiniani». «Ciò significa - dice ancora - che se nell’Inferno di Giotto ci sono queste presenze, la loro collocazione è stata concordata e approvata dal teologo?.
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Il Gazzettino