Giorgio, 101 anni, prima di morire detta la sua epigrafe alla nuora

Giorgio Baruffolo, una vita e una morte serene
MEL - «Chiamatemi uno specialista, perché se ci sono margini per potermi riprendere, allora sono pronto a combattere, altrimenti finisce qui». Così,...

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MEL - «Chiamatemi uno specialista, perché se ci sono margini per potermi riprendere, allora sono pronto a combattere, altrimenti finisce qui». Così, Giorgio Baruffolo, 101 anni, ex combattente sui fronti più caldi dell'Europa, dei Balcani e del Mediterraneo, ha tentato fino all'ultimo di venir fuori da una banale influenza, che invece lo ha debilitato fino a portarlo alla morte. 


Le sue ultime parole alla nuora Celestina, considerata più di una figlia, sono state la dettatura della sua epigrafe nella quale ha voluto espressamente citarla con profondo amore e riconoscenza per tutti gli anni di convivenza sotto lo stesso tetto. «La vita è un dono prezioso», amava dire, e per questo ha lottato fino alla fine con la serenità e la forza che solo un lungo bagaglio di vita sanno dare. Baruffolo, ultimo di quattro fratelli, tutti longevi, era nato a Tallandino di Mel. Faceva il casaro finché la Patria non lo chiamò a combattere come tiratore scelto. 


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Il Gazzettino