POVEGLIANO - «Quella sera non era un appuntamento. E io sono stata costretta, sotto minacce, sotto pressioni... per tanto tempo». Giorgia Biglieri rompe il...
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SICURA Giorgia guarda spesso dritto in camera mentre ripercorre quell'ultimo incontro con Christian. La sua voce non ha esitazioni, la sua narrazione non concede nulla ai tradimenti dell'emozione per una esperienza così sconvolgente. «Io avevo addosso la mia camicia da lavoro - dice - per me doveva essere una cosa di dieci minuti da trascorrere nel parcheggio vicino a casa mia, ma una volta entrata nella sua auto lui ha chiuso le portiere e mi ha portato via da qui». Non aveva detto a nessuno che si sarebbe dovuta vedere con Barzan. Alla madre aveva raccontato che sarebbe uscita con degli amici e non con il ragazzo che, continua a sostenere, le avrebbe reso la vita impossibile, ossessionato dal desiderio di ricominciare la relazione che lei aveva voluto interrompere già a gennaio. «Il nostro dialogo non avrebbe dovuto essere per chiarire, assolutamente, ma semmai una riconferma di cose che comunque ci eravamo già detti. Quella sera io e lui dovevamo chiarire la situazione nel senso che semplicemente gli dovevo dire che la cosa... la nostra storia per me era finita già da inizio anno. Non era un incontro chiarificante tra di noi per riunirci, assolutamente no». «Io avevo preso la mia decisione - puntualizza mentre continua nel suo racconto - e volevo rimanere con quella, dopo di che lui mi avrebbe dovuto lasciare stare. E invece no, così non è stato».
I NON DETTI Non dice nulla Giorgia della presunta violenza, di quel rapporto a cui avrebbe acconsentito solo perché spaventata dalle conseguenze di un suo no. E neppure ripercorre il momento dell'incidente, quella sbandata che lei dice essere stata fatta appositamente perché Christian voleva uccidere lei e uccidersi. Né spiega quella che secondo il gip Mascolo, che ha firmato l'ordinanza che revoca la custodia cautelare in carcere per Barzan per mancanza dei gravi indizi è la contraddizione insita in quei messaggi che lei ha inviato al giovane tra il 10 e il 16 maggio, in cui gli diceva di non poter vivere senza di lui e che portato il giudice per le indagini preliminare a sollevare dubbi sulla credibilità della sua versione. Spiega invece perché abbia deciso di parlare proprio adesso. «Io credo che sia giusto informare la gente della verità e non delle cose che sono state dette in quest'ultimo periodo». «Ed è anche importante specificare che ci abbiamo messo un po' di tempo perché comunque era giusto tributare rispetto alla famiglia della persona che oggi non c'è più».
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Il Gazzettino