​Raro scorpione frusta di 300 milioni di anni scoperto sulle Alpi Carniche

Il Parageralinura Marsiglioi
TARCENTO (Udine) - Da decenni studia i fenomeni geologici, la natura e la storia della sua terra, Giordano Marsiglio, il presidente dell’Associazione Naturalistica...

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TARCENTO (Udine) - Da decenni studia i fenomeni geologici, la natura e la storia della sua terra, Giordano Marsiglio, il presidente dell’Associazione Naturalistica Friulana di Tarcento. Durante i suoi viaggi, che l’hanno portato a comporre una ricchissima collezione di fossili, il tarcentino si è imbattuto, qualche tempo fa, durante un’escursione di ricerca a Passo Pramollo, sopra Pontebba, nei pressi del confine tra l’Italia e l’Austria, in un fossile particolarissimo, quello di uno “scorpione frusta”, della famiglia degli aracnidi. L’epoca in cui è vissuto è quella del Carbonifero, quindi 300 milioni di anni fa. Una scoperta eccezionale, di rilevanza mondiale.


Tanto che a interessarsene sono stati i docenti dell’Università del Kansas che, per dare il nome a questo tipo di scorpione, oggi conservato a Tarcento, hanno pensato, come è d’uso, a chi lo ha scoperto, Giordano Marsiglio: ecco, quindi, che è nome dell’aracnide è Parageralinura Marsiglioi. È una tipologia di scorpione che vive ancora oggi nella fascia equatoriale del pianeta e che, per questa sua sopravvivenza, rientra nei cosiddetti “fossili viventi”, quegli animali, cioè, e anche piante - basta pensare alla felce - che sono riusciti a superare milioni di anni senza estinguersi, adattandosi a ogni tipo di mutazione climatica e avversità. La scoperta è stata resa nota, con tutti i dettagli relativi al Parageralinura Marsiglioi, dall’Università del Kansas, a sua volta ripresa, in Italia, in inglese, dalla Rivista Italiana di Paleontologia e Stratigrafia del marzo scorso: «Un nuovo e ben conservato scorpione frusta fossile è descritto dal tardo Carbonifero sulle Alpi Carniche, in Friuli, in Italia. Si riferisce a Parageralinura Marsiglioi. Il nuovo campione è il primo aracnide Carbonifero ad essere descritto nell’Italia continentale ed è forse il più giovane del Paleozoico». La notizia è stata postata anche sulla pagina Facebook della Società Paleontologica Italiana. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino