L'intrigo dell'altra Gioconda: dipinta prima della "sorella" famosa e contesa fra due proprietari

L'intrigo dell'altra Gioconda: dipinta prima della "sorella" famosa e contesa fra due proprietari
Avvocato padovano chiede il sequestro della tela proveniente dalla Svizzera e ora esposta a Firenze E si appella allo Stato: «Non deve uscire dall'Italia». ...

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Avvocato padovano chiede il sequestro della tela proveniente dalla Svizzera e ora esposta a Firenze E si appella allo Stato: «Non deve uscire dall'Italia».


IL CASO
Attorno a un quadro, esposto a palazzo Bastogi a Firenze sede del Consiglio regionale della Toscana, in queste ore è scattato un intrigo internazionale con tanto di giallo. La tela Earlier Mona Lisa, secondo alcuni esperti da attribuire proprio a Leonardo Da Vinci, avrebbe due proprietari. L'opera, che Leonardo avrebbe dipinto una decina di anni prima della celeberrima Gioconda esposta al Louvre di Parigi, sarebbe stata acquistata da un consorzio internazionale, ma anche da una importante famiglia europea il cui legale, Giovanni Battista Protti del foro di Padova e del gruppo Art Recovery, sta difendendo con l'obiettivo di non fare uscire il quadro dall'Italia. L'avvocato ha infatti presentato domanda di sequestro civile della tela al Tribunale di Firenze. 
L'INTERVENTO«La questione di rilevante interesse - ha dichiarato il legale padovano - non è solo la sua esistenza e l'attribuzione a Leonardo da Vinci che l'avrebbe dipinta una decina d'anni prima rispetto a quella ospitata a Parigi, ma il fatto che l'opera è riapparsa dopo circa 50 anni di custodia dentro ad un caveau di una discretissima banca elvetica. E i miei clienti, una famiglia europea che desidera rimanere anonima, ne rivendicano ora la comproprietà».
Intanto il Tribunale di Firenze ha fissato per i primi di settembre un'udienza per la discussione dell'istanza cautelare. «Da parte mia ho informato il Ministro dei Beni ed Attività Culturali, - ha ripreso il legale - affinché, nell'esercizio delle proprie prerogative, voglia verificare la liceità e la legittimità della presenza del dipinto nel territorio italiano. Da informazioni assunte l'opera era in Italia nel 1922 e non è noto in che modo e con quali autorizzazioni uscì dal nostro Paese. Confido che il ministro possa impedire fino ai primi giorni di settembre, quando si celebrerà l'udienza, al dipinto di uscire dal territorio italiano e ritornare nei caveau elvetici da cui difficilmente potrà essere recuperato. E ciò, non a beneficio unicamente delle parti private, ma soprattutto a tutela di un interesse pubblico che quest'opera, ove ne fosse confermata l'attribuzione a Leonardo da Vinci, riveste non solo per il nostro Paese, ma per l'intera umanità». 
Il 7 giugno, giorno della presentazione al pubblico del quadro a palazzo Bastogi, il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Eugenio Giani, ha dichiarato: «Non sappiamo chi l'abbia realmente rappresentata, ma l'opera è bellissima. Suscita suggestioni e straordinarie emozioni». La mostra è terminata proprio nella giornata di ieri.
LA STORIASecondo la Mona Lisa Foundation, con sede a Zurigo, l'opera incompiuta nota come Isleworth Monna Lisa, è da attribuirsi all'artista-scienziato per antonomasia del Rinascimento e datata tra il 1503 e il 1505. La Fondazione ha raccolto una serie di prove storiche, comparative e scientifiche. Quindi, ancora secondo la fondazione elvetica, la postura, la posizione delle mani giunte, il volto e l'abbigliamento delle due Gioconde sarebbero simili, mentre il paesaggio sullo sfondo è diverso: ci sono infatti delle colonne. 

Dunque per gli esperti, tra cui lo storico dell'arte Stanley Feldman, la gentildonna raffigurata sarebbe collocata esattamente nella stessa posizione della sorella più nota del Louvre. La Fondazione fa riferimento a diverse fonti, fra cui una citazione del Vasari, per affermare che Leonardo avrebbe dipinto due versioni della Monna Lisa. Non la pensa invece così Martin Kemp, professore all'Università di Oxford e tra i maggiori esperti al mondo di Leonardo Da Vinci. Secondo il docente britannico le due opere hanno molte differenze. Ad esempio il modo in cui sono dipinti i capelli, le mani, il vestito e lo sfondo. Inoltre, ha sottolineato Kemp nei suoi interventi, la presunta Gioconda è dipinta su tela e non su tavola come l'originale esposta a Parigi.
Marco Aldighieri Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino