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ROVIGO - Più giochi on line, meno nei locali e alle “macchinette”. La conseguenza di tre anni di pandemia sul settore del gioco d’azzardo è stata soprattutto lo “spostamento” di parte dell’utenza, specie più giovane, dai locali fisici a quelli virtuali. Nel 2022, in provincia di Rovigo, secondo i dati Infocamere, le imprese attive nel settore slot e vlt risultavano 38 (il 7,3% del Veneto) con un’occupazione di un’ottantina di addetti (2,4% del totale regionale). Nel monitoraggio, condotto considerando i codici Ateco (la classificazione adottata dall’Istat per finalità statistiche), rientrano le attività riguardanti le lotterie, le scommesse e le case da gioco. Tre le categorie nel settore: ricevitorie, gestione di slot e vlt e altre attività connesse con lotterie e scommesse. Se il fenomeno del gioco d’azzardo non conosce crisi, rispetto al 2021, le imprese del settore sono scese in provincia da 39 a 38, pur a fronte di un incremento di addetti: da 70 a 80. È cresciuto soprattutto il segmento delle attività con gestione di apparecchi che consentono vincite in denaro funzionanti a moneta o gettoni: inalterate nel numero le aziende (28 nel 2021 e 2022), hanno visto però gli addetti salire da 35 a 48.
I DATI REGIONALI
A monitorare il settore a livello regionale e nazionale ha pensato invece il “Percorso di Studio sul settore dei giochi in Italia” condotto dalla Cgia di Mestre, in collaborazione con As.tro. In Veneto, nel 2022, risultano attive 518 imprese nel settore delle slot e delle vlt (+1,57% rispetto all’anno precedente), con 3.399 addetti, un dato in crescita del 7,39% rispetto ai 3.165 lavoratori impiegati nel 2021.
Attualmente, la legge regionale del Veneto sul gioco prevede l’applicazione di un distanziometro di 400 metri dai luoghi sensibili (ad es.
LE CAUSE DEL CALO
Il 2022 è stato l’anno di ritorno alla piena operatività, ma il settore ha dovuto fare i conti con il post pandemia e le novità normative entrate in vigore nel biennio precedente: tra queste, l’introduzione della tessera sanitaria per l’uso delle Vlt, la riduzione del payout, l’aumento della tassa sulle vincite. Dal punto di vista fiscale, il comparto continua fornire un importante contributo per l’erario. Nel 2022 - riporta lo studio condotto dalla Cgia Mestre - il gettito del Preu derivante dalle Awp e dalle Vlt è stato di 5,6 miliardi: il 50% del gettito dell’intero settore del gioco lecito. A questi vanno aggiunte le altre imposte, contributi, tributi dovuti dalla filiera Awp/Vlt; ulteriori 800 milioni, per un contributo fiscale complessivo di 6,4 miliardi di euro: un gettito superiore a quello delle tasse per l’auto pagate dalle famiglie (5,4 miliardi), dell’addizionale comunale Irpef (5,1 miliardi) e della cedolare secca sugli affitti (3,4 miliardi). Dietro questi aumenti «vi è sia la crescita del gioco online, ma anche la contrazione che il gioco fisico dovuta ai periodi di sospensione dell’attività».
ATTIVITÀ DI CONTRASTO
Rilevante diventa quindi anche l’attività di contrasto dell’Agenzia Dogane e Monopoli ai siti di gioco non autorizzati: dal 2006 al 2022 ne sono stati inibiti oltre 9.800. Una flessione dovuta all’ampliamento dell’offerta legale e a una maggiore consapevolezza dei consumatori, ma anche al crescente utilizzo di canali alternativi, come ad esempio i social network. Per questo, dal 2020 sono stati ampliati i poteri di inibizione di Adm, comprendendo anche la possibilità di ordinare ai gestori di siti di rimuovere i contenuti pubblicitari relativi al gioco illecito. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino