Cucina veneta e romagnola, il Manto riparte da Antonio e Floriana: nuovi sapori sul Montello

Antonio Falconi e Floriana Bagatella
GIAVERA - Al Manto riparte da Antonio e Floriana. E va alla ricerca dei sapori di un tempo. Ad alcuni mesi dalla morte del vulcanico ristoratore del Montello Attiliano Sartoretto,...

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GIAVERA - Al Manto riparte da Antonio e Floriana. E va alla ricerca dei sapori di un tempo. Ad alcuni mesi dalla morte del vulcanico ristoratore del Montello Attiliano Sartoretto, che aveva gestito il Manto per diversi anni, il locale di viale Della Vittoria, di proprietà della famiglia Scandiuzzi, il 1. ottobre alle 10 riaprirà i battenti con un rinfresco di benvenuto. Lo farà all'insegna della novità. La gestione sarà infatti di Antonio Falconi e della socia Floriana Bagatella. Due nomi nuovi, forse, per la zona del Montello, ma non per il mondo della ristorazione. «Sono nativo romagnolo -racconta Antonio, con un accento caldo e simpatico che ne tradisce chiaramente la provenienza- ho lavorato in bettole, termine con cui in Romagna si indicano le vostre osterie, ma anche nei Grand Hotel; ho preparato pranzi che vanno dai 50 coperti ai 1000. La mia socia, originaria del bellunese, ha come me esperienza in cucina, ma si sposterà in sala perché lei è più brava di me a parlare con i clienti». I due ristoratori si accingono al nuovo impegno con entusiasmo e fantasia. Per quanto riguarda la proposta, sarà rappresentata da cucina tradizionale sia romagnola che veneta. «Stiamo cercando piccoli fornitori artigiani per poter garantire roba fresca e sapori di una volta. Vogliamo, in sostanza, far star bene la gente non solo perché siede in un bell'ambiente ma anche mangia bene». E già la provenienza romagnola rappresenta un biglietto da visita di tutto rispetto.

GIRO DELLE REGIONI


Molto flessibile anche il menù. «Si spazierà da menù di carne e pesce a menù vegetariano. Ci saranno anche a sorpresa delle serate che dureranno un mese in cui faremo il giro delle Regioni d'Italia. A cominciare da quelle che i due titolari hanno nel Dna. «Partiremo dalla Sardegna, che mi è familiare per parte di padre, per continuare con la Sicilia, familiare per parte materna alla mia socia». Dal punto di vista strutturale, invece, il locale, decisamente gradevole e curato, è rimasto sostanzialmente uguale. «Lo abbiamo semplicemente reso un po' più elegante all'esterno grazie a una pompeiana. Lì d'estate organizzeremo qualche rinfresco e banchetto, in connessione con gli appuntamenti a tema. In sostanza, cercheremo di dare tutto il possibile ai nostri clienti». Con la voglia di ripartire e rilanciare un ristorante di indubbia eleganza, situato a ridosso della marosticana ma proiettato verso il Montello. Del quale non mancheranno, di sicuro, gli splendidi sapori e i colori familiari.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino