Gianni Magnan condannato a 5 anni per Area, in primo grado, dopo i 6 definitivi per Eurobic

Gianni Magnan durante uno dei processi sostenuti
ROVIGO -  Il mese scorso è stato assolto in abbreviato dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Bologna dall’accusa di bancarotta in concorso...

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ROVIGO -  Il mese scorso è stato assolto in abbreviato dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Bologna dall’accusa di bancarotta in concorso per il fallimento della società Car Nautica. Ma per Gianni Magnan, 68 anni, uomo forte della politica polesana negli anni 80 e 90, ultimo segretario provinciale di Pci, guidato nella transizione in Pds e Ds, poi travolto dallo scandalo Eurobic che lo ha visto condannato in via definitiva ad una pena di 6 anni e 3 mesi facendolo finire anche in carcere, i guai giudiziari sono tutt’altro che finiti. Martedì, il Collegio del Tribunale di Rovigo, presieduto da Angelo Risi, lo ha condannato in primo grado a 5 anni di reclusione per la bancarotta della società Area, attiva nel campo edile e immobiliare. Insieme a lui, la medesima condanna è stata decisa anche nei confronti di Giorgio Faccioli, 64enne faccendiere badiese, compagno di molte avventure di Magnan, comprese quelle legate ad Eurobic, che gli erano valse una condanna a 2 anni e 8 mesi, e che di Area, dichiarata fallita nel dicembre 2011 era direttore tecnico. Magnan, invece, aveva il ruolo di consulente.


 

LE ACCUSE
È proprio quando si è aperta la procedura fallimentare che sono emersi elementi che hanno portato la Procura ad accusare Magnan e Faccioli di bancarotta fraudolenta per distrazione, per falsificazione o distruzione dei libri contabili, ricorso abusivo al credito e truffa in danno degli istituti di credito in concorso. Secondo l’accusa, sulla base di quanto era stato ricostruito con le indagini, infatti, sarebbero riusciti ad ottenere indebitamente prestiti dalle maggiori banche attive sul territorio per un ammontare complessivo di oltre 3 milioni, riuscendo a dissimulare lo stato di dissesto nel quale già si trovava la società Area.
La sentenza ha visto Magnan e Faccioli assolti da parte delle imputazioni di bancarotta fraudolenta, con la formula più ampia, “perché il fatto non sussiste”, mentre i reati di ricorso abusivo al credito e di truffa sono stati dichiarati estinti per intervenuta prescrizione. 

DISTRAZIONE DI FONDI


Tuttavia, entrambi sono stati poi ritenuti colpevoli della riformulata imputazione di bancarotta con distrazione delle somme percepite dalle banche, in modo fraudolento, attraverso la presentazione allo sconto di fatture per operazioni inesistenti, con la conseguente condanna a 5 anni a testa e con le pene accessorie dell’interdizione legale per la durata della pena, dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e dell’inabilitazione per dieci anni all’esercizio di una impresa commerciale e l’incapacità per la stessa durata ad esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa. Oltre al pagamento delle spese processuali. Trattandosi di una sentenza di primo grado, che sarà sicuramente appellata dalle difese, bisognerà attendere il vaglio del secondo grado di giudizio e l’eventuale terzo grado perché la condanna possa essere considerata definitiva.
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Il Gazzettino