Parla Giancarlo Galan: «A luglio torno in parlamento, lo Stato con me risparmia. I 5 Stelle? Si vergognino»

Giancarlo Galan
PADOVA - «A questo Parlamento, che non mi ha permesso di difendermi e mi ha fatto arrestare mentre ero in ospedale, io non devo nulla. Le polemiche contro di me sono speciose,...

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PADOVA - «A questo Parlamento, che non mi ha permesso di difendermi e mi ha fatto arrestare mentre ero in ospedale, io non devo nulla. Le polemiche contro di me sono speciose, pretestuose! I Cinque Stelle si vergognino».


Giancarlo Galan, l'ex ministro che sta scontando ai domiciliari i 2 anni e 10 mesi patteggiati per corruzione nell'inchiesta Mose, in un'intervista al Corriere preannuncia l'intenzione di tornare al suo posto in Parlamento dopo il 15 luglio prossimo, quando per lui scadranno i termini della carcerazione preventiva.

E sulla richiesta dei deputati grillini di 'cacciarlo' dalla presidenza della commissione cultura della Camera, che formalmente ancora occupa, Gala replica: «È la legge a dire che ho diritto a restare dove sono fino a sentenza definitiva, se la prendano con la legge». Nonostante abbia patteggiato, Galan ha fatto ricorso in Cassazione contro la sentenza che lo riguarda; l'udienza è prevista a metà settembre. «La legge Severino - aggiunge - per ora non mi tocca e fino al verdetto della Cassazione resto al mio posto, nel gruppo di Forza Italia. Appena esco torno, altro che...». L'ex ministro e già governatore veneto sottolinea un altro aspetto: «Con un presidente ai domiciliari l'erario ha risparmiato, visto che nelle condizioni in cui mi trovo non percepisco né la diaria né l'indennità supplementare».
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Il Gazzettino