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UDINE - «Un friulano che ha dato molto al calcio, ha rilanciato piazze rimaste per tantissimi anni nell'anonimato ed è stato un imprenditore lungimirante capace di inventare un nuovo modo di fare grande distribuzione». Giampaolo Pozzo ricorda così Maurizio Zamparini, presidente con il quale ha incrociato più volte il suo percorso sportivo a partire dagli anni '80 del secolo scorso. Coetanei classe 1941, il Paròn nato soli 19 giorni prima, ieri è stato tra i primi ad esprimere il cordoglio, suo personale e del club bianconero che guida da oltre 35 anni.
«L'ho stimato e apprezzato racconta Pozzo del resto eravamo colleghi friulani appassionati di balòn, quasi concittadini (seppur nativo di Sevegliano, Zamparini aveva fatto le scuole a Udine, al Malignani, ndr) ed entrambi abbiamo dato molto all'economia del Friuli Venezia Giulia». Ammirazione e rispetto che del resto erano stati contraccambiati più volte in diverse interviste che l'allora presidente di Venezia prima e Palermo poi, aveva rilasciato. Come quando spiegò nel 2015 di ricordare sempre ai friulani di dover essere fieri del presidente dell'Udinese che da oltre trent'anni sta permettendo a Udine di avere una squadra in Serie A oppure quando rammaricandosi, invidiava al Paròn di avere dei figli ai quali era riuscito a trasmettere la passione per il calcio.
GLI INIZI DEL 1986
Correva l'anno 1986 quando i due, con solide storie imprenditoriali alle spalle Pozzo aveva fondato la Freud, Zamparini la MZ - iniziarono a vestire i panni di manager sportivi: Zamparini che guidava il Pordenone all'epoca in serie C2, iniziò ad interessarsi al pacchetto azionario che l'allora presidente dell'Udinese, Lamberto Mazza, mise in vendita tramite Franco Dal Cin. Pozzo fu coinvolto in una cordata con altri industriali friulani per rilanciare la formazione bianconera all'epoca in difficoltà.
STORIE PARALLELE
Le storie sportive parallele inevitabilmente poi hanno fatto scrivere altre pagine comuni tra allenatori messi sotto contratto, scambi di mercato, partite vinte e perse e visioni di stadi di proprietà. Zaccheroni, Ventura, Spalletti, Guidolin, Colantuono, Iachini sono solo alcuni dei tecnici che sono passati alle loro dipendenze. Con la Dacia Arena, stadio gioiello a livello europeo e mondiale, Pozzo è riuscito a coronare il suo sogno nel cassetto, a fronte però di lunghe battaglie, alla fine vinte, contro la burocrazia. Ci fu un momento in cui stava per gettare la spugna stanco di combattere contro i mulini a vento, e tuonò: «Vorrei ricordare un'operazione analoga del recente passato: Venezia. Qui si è tirata la corda talmente tanto da riuscire disse Pozzo a stancare Zamparini che si è trasferito a Palermo. Credo che lui abbia fatto un buon affare, ma la città di Venezia ha detto addio al calcio ad alti livelli. Invito tutti, quindi, a riflettere sull'accaduto». L'ultimo ricordo che Giampaolo Pozzo dedica a Zamparini, è quello legato alla sua storia d'impresa: «Con il Mercatone Emmezeta inventò un nuovo criterio nella distribuzione commerciale, fu il primo a proporre quel business e poi in molti lo hanno imitato».
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Il Gazzettino