Gettano rifiuti speciali in un'oasi ecologica: denunciati gli ecofurbi

Gettano rifiuti speciali in un'oasi ecologica: denunciati gli ecofurbi
TRIESTE - Tra il materiale abbandonato c'erano strumenti, macchine per la produzione di fumo, impianti di illuminazione, estintori e scaldabagni. Gli autori del reato, ben...

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TRIESTE - Tra il materiale abbandonato c'erano strumenti, macchine per la produzione di fumo, impianti di illuminazione, estintori e scaldabagni. Gli autori del reato, ben consapevoli di quanto facevano, avevano cura di gettare gli oggetti quando c'erano poche persone in giro e sempre controllando che non stessero arrivando i mezzi della nettezza urbana. Il ripetuto illecito di notevoli quantità di rifiuti creava, tra l'altro, un grosso disagio ai residenti costringendoli a recarsi in altre piazzole ecologiche più lontane; ancor più gravi poi, le spese a carico della collettività per la complessa rimozione del materiale.


Si è conclusa l'indagine della Polizia Locale su un'illecita attività di gestione rifiuti. Tutto è partito dal   controllo del territorio mirato alla prevenzione e repressione dei reati ambientali: gli agenti si erano accorti che in un'oasi ecologica della Strada Costiera, qualcuno aveva riempito i numerosi bottini con materiali di vario genere, alcuni senza differenziarli, altri classificabili come rifiuti speciali e non smaltibili nelle normali piazzole. Dalla prima ricognizione non erano emersi elementi utili ad individuare i responsabili: tuttavia, la mole di rifiuti, ha indotto gli investigatori ad ipotizzare dei lavori duraturi e la possibile reiterazione dell'illecito. La programmazione di controlli mirati - anche con l'ausilio di strumenti elettronici – ha dato i suoi frutti nel giro di una settimana. Una nota ex-discoteca della zona era in fase di smantellamento e tutto il suo contenuto veniva gettato senza troppi scrupoli nei cassonetti più vicini. Identificati, i due autori sono stati denunciati alla Procura della Repubblica per gestione di rifiuti non autorizzata. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino