La Geodis a un passo dalla chiusura, 130 lavoratori a rischio: via allo sciopero

La Geodis utilizza un grande stabilimento logistico nella macroarea di Arquà Polesine-Villamarzana
VILLAMARZANA - La logistica è il futuro, si diceva. Il commercio online è in continua espansione, si diceva. Con la Zls sarà un fiorire di imprese, si diceva....

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VILLAMARZANA - La logistica è il futuro, si diceva. Il commercio online è in continua espansione, si diceva. Con la Zls sarà un fiorire di imprese, si diceva. Eppure per 130 lavoratori del grande centro di smistamento Geodis che sorge nella tribolata macroarea fra Arquà e Villamarzana, la prospettiva è di rimanere a piedi. Già dal prossimo primo agosto. Per questo già da ieri, come spiega il segretario della Camera del Lavoro di Rovigo Pieralberto Colombo, «le lavoratrici e i lavoratori della Geodis sono in sciopero contro il rischio di chiusura del sito, che si potrebbe verificare a partire dal prossimo luglio. Sono in pericolo 130 posti di lavoro, con larga presenza di lavoro femminile. L’astensione dal lavoro proseguirà anche nei prossimi giorni». E oggi alle 11, davanti all’ingresso del complesso, Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e vertici confederali terranno una conferenza stampa con le lavoratrici, i lavoratori per illustrare i dettagli della situazione.

LA DENUNCIA
«Quanto sta succedendo - rimarca il segretario della Cgil - potrebbe essere solo un anticipo delle conseguenze che stanno producendo le scelte aziendali di Amazon, in questa occasione unico committente di Geodis». Il polo Geodis polesano, infatti, lavora con la monocommittenza di Amazon. Un contratto, stipulato ormai sette anni fa, che in passato sembrava una manna e ora sembra essersi trasformato in una mannaia. Perché da quando Amazon ha aperto il proprio maxi centro operativo a Castelguglielmo, le commesse affidate a Geodis sono andate via via diminuendo. Anzi, per meglio dire, sono state numerose nei periodi di massimo impegno, come durante il lockdown e le festività natalizie, ma come un elastico si sono poi assottigliate nei momenti di minore necessità. Dinamiche che esistevano anche in passato, tanto che Geodis aveva esternalizzato la forza lavoro, subappaltando la gestione del magazzino a una cooperativa con personale interinale. Questo fino al 2020, quando le battaglie sindacali hanno fatto sì che nascesse una società incaricata del movimento merci per conto di Geodis, la Face work srl, garantendo così diritti prima negati ai lavoratori. Proprio lo scorso dicembre, per la Geodis Italia e la Brt è scattato un sequestro preventivo per oltre 102 milioni di euro da parte della Guardia di Finanza nell’ambito di indagini sul fenomeno della somministrazione illecita di manodopera, in particolare sui contratti di appalto fittizi in violazione della normativa di settore, oltre che su fatture per operazioni giuridicamente inesistenti.

SOCIETÀ E CONTRATTI


Resterà dunque vuoto l’enorme capannone da 45mila metri quadrati, che sorge lungo la Transpolesana, a un passo dallo svincolo dell’autostrada A13? Un polo in una collocazione ideale, che è solo locato a Geodis e che nell’estate del 2021 è stato ceduto da Deka Immobilien Investment GmbH, per conto del fondo immobiliare aperto tedesco Deka Immobilien Europa, a Eurozone Logistics Fund, gestito da Bnp Paribas Reim. Fondi senza radici locali. Come senza radici locali è la francese Geodis, colosso mondiale della logistica, controllata dal Gruppo Sncf, la società nazionale delle Ferrovie francesi, che è attiva in 120 Paesi, quarto operatore europeo e settimo mondiale. Solo Geodis Italia ha un fatturato da 273 milioni e circa quattroila dipendenti. Con un polo logistico anche a Boara Pisani. E del resto, senza radici locali è anche Amazon, che è senza radici per eccellenza. È la globalizzazione, bellezza. A rimetterci, però, non sono freddi numeri, ma persone in carne e ossa, esperienze, vite, famiglie. Qualcuna, in questo caso, completamente travolta, perché fra i 130 lavoratori del polo polesano c’è anche più di una coppia, con marito e moglie o compagno e compagna entrambi dipendenti. Resta da capire, quindi, quale sarà il loro futuro. Resta da capire anche perché Geodis, che ha numeri da capogiro, abbia deciso di tagliare il Polesine come se fosse un ramo secco. Se l’esclusiva con Amazon non è più vantaggiosa, quella si può tagliare e aprire le porte ad altri soggetti, visto anche l’annuncio di pochi giorni fa dell’acquisizione da parte di Geodis di Trans-o-flex, rete tedesca leader nella consegna di prodotti farmaceutici a temperatura controllata, che ben si sposerebbe con le realtà farmaceutiche polesane. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino