Il generale Figliuolo ai 50 anni del Bosco delle Penne Mozze: «Qui i veri valori alpini»

Il generale Figliuolo domenica a Cison di Valmarino
CISON DI VALMARINO - Dobbiamo fare squadra contro la pandemia. Gli strumenti ci sono: sono i vaccini. Dobbiamo farlo anche per i nostri figli, perchè tornino in sicurezza a...

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CISON DI VALMARINO - Dobbiamo fare squadra contro la pandemia. Gli strumenti ci sono: sono i vaccini. Dobbiamo farlo anche per i nostri figli, perchè tornino in sicurezza a scuola. Solo lì possono ricevere la formazione necessaria e socializzare con i loro coetanei». È questo, in sintesi, il messaggio del generale Francesco Paolo Figliuolo che ieri non è voluto mancare all'appuntamento in Valle San Daniele per festeggiare i 50 anni del Bosco delle Penne Mozze, definito dal generale Claudio Berto, comandante delle Truppe Alpine, la cattedrale del sacrificio. «Un sacrificio che gli alpini hanno espresso ed esprimono nelle grandi come nelle piccole cose - ha sottolineato Berto -, con una solidarietà valida per la comunità scarpona che ha ancora tanto da dire all'Italia». Il ricordo è andato poi alle medaglie d'oro in Afghanistan Andrea Adorno e Mauro Gigli.


ONORE ALL'IMPEGNO

Oltre un migliaio le Penne nere arrivate a Cison da tutta Italia. Fra loro anche la vedova della medaglia d'oro Enrico Reginato, Imelda, della nipote del generale Tommaso Salsa, Tommasina Mazzoleni, dell'assessore regionale Federico Caner, di tanti sindaci della zona (in primis Cristina Da Soller di Cison), dei presidenti delle 24 sezioni Ana le cui foglie sono state scoperte all'Albero del Ricordo, del cui significato ha parlato il capo degli alpini di Varese Franco Montalto, della fanfara sezionale di Conegliano, del Coro Ana vittoriese, nonché dei muli del Reparto salmerie di Vittorio Veneto, il cui presidente Francesco Introvigne ha letto alla fine della manifestazione la Preghiera dell'Alpino. Fra il vessillo del comune di Treviso, il gonfalone di Vittorio Veneto decorati di medaglia d'oro al valor militare, e di Moriago della Battaglia, al valor civile, il posto d'onore l'ha avuto il Labaro dell'Ana con le sue 216 medaglie d'oro - 209 al valor militare. L'incontro è stato aperto da Varinnio Milan, presidente dell'Associazione Bosco delle Penne Mozze, anche a nome dei presidenti delle sezioni Ana di Treviso, Conegliano, Valdobbiadene, Vittorio Veneto.


LA CELEBRAZIONE

«Cinquant'anni sono molti, ma mai abbastanza per dimenticare coloro che hanno fatto sacrificio della propria vita perché noi potessimo vivere la nostra - ha detto Milan - . I sentieri che si intrecciano su questi pendii a lambire le stele, dove la natura e la memoria storica sono legate tra loro da un vincolo inseparabile, devono diventare per tutti un cammino di speranza». Sono i sentieri del dovere. Sul messaggio di dignità di ogni creatura umana che viene da questa memoria dei Caduti, ha posto l'accento l'ordinario militare Santo Marcianò. Nell'orazione ufficiale, il presidente dell'Ana Sebastiano Favero ha ripreso un tema sempre caro all'associazione: il ritorno del servizio di leva obbligatorio. «Lo gridano, ha avvertito, questi nostri morti». Poi il riferimento alla presenza delle Penne Nere in Afghanistan e l'impegno per aiutare i popoli sottomessi esempio, è stato detto, di come sia giunta l'ora, per le Penne nere, del ritorno al servizio di leva come baluardo dell'impegno per la società. 
 

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Il Gazzettino