GEMONA - Il Friuli che si emoziona e commemora, che "ringrazia e non dimentica", che riflette e si affida alla conoscenza per migliorarsi, guardando oltre. Il tatuaggio oramai è...
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Non potrà essere mai banale e scontato un anniversario come questo, i friulani non lo permetterebbero. Ed allora ecco che anche quello di quest'anno, il 39° dopo l'«Orcolàt», regalerà un'ulteriore cicatrice rimarginata.
Stasera a Gemona, la capitale morale della tragedia del 1976, tornerà a muovere le sue lancette l'orologio del Castello, lo farà da quelle 21.01 sulle quali si fermarono mentre in città venne giù tutto.
«Potremo rialzare lo sguardo e ricongiungerci spiritualmente con il corso del tempo», preannuncia il sindaco gemonese Paolo Urbani; «con l'orologio illuminato inoltre risuoneranno anche i 400 rintocchi del Campanone, e sarà una palpitazione per tutti, una per ognuno dei nostri morti; il tutto sarà preceduto dal ritrovo alle 19.45 sotto la loggia di Palazzo Boton e successivamente la Santa Messa in Duomo; quindi il corteo verso il Cimitero e le orazioni».
Per la cittadina pedemontana significherà anche un ulteriore avvicinamento verso la piena riappropriazione del suo maniero: «Siamo quasi all'80% della ristrutturazione - aggiorna il sindaco - mancano all'appello le opere relative alle vecchie carceri, la sistemazione dei cortili interni, circa un milione di euro di lavori ai quali seguirà la rimozione della gru e del suo basamento per fare spazio alla tanto cara pista da ballo e al palco interno. La speranza in tutti noi è di vederlo finalmente fruibile nella sua interezza per il prossimo anniversario, quello solenne del 40°».
Il Gazzettino