Arriva in piazza il "gelato smart", si ordina a video e si paga con app o carte di credito

I locali che diventeranno la gelateria "automatica"
ROVIGO - In una piazza che risorge, nasce un innovativo metodo per comprare il gelato. Nella galleria Bernardino da Feltre, il titolare della gelateria Godot, Elio Palmieri,...

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ROVIGO - In una piazza che risorge, nasce un innovativo metodo per comprare il gelato. Nella galleria Bernardino da Feltre, il titolare della gelateria Godot, Elio Palmieri, la prossima settimana aprirà il suo secondo punto vendita. Si chiamerà “Pozzo”, proprio per rimanere in tema con il grande capolavoro teatrale “Aspettando Godot” di Samuel Beckett. Sarà una gelateria totalmente innovativa, dove la tecnologia avrà un ruolo determinante: l’ordine viene effettuato attraverso un touchscreen e il pagamento avverrà sempre dal medesimo totem all’ingresso, ma esclusivamente con bancomat, carta di credito o smartphone (con Apple Pay, Google Pay e servizi simili). «Sarà una trasformazione della pausa gelato - spiega Palmieri - Tra Godot e Pozzo ci sono due filosofie diverse, perché nel primo ti siedi e mangi il gelato con calma seduto fuori, nell’altro invece è una cosa più rapida e diversa: ritiri il tuo gelato e prosegui nei tuoi spostamenti».


PUNTO STRATEGICO
Il nuovo punto vendita sarà in un luogo molto strategico, a metà tra piazza Vittorio Emanuele II e corso del Popolo: è stato progettato da Laura Bortoloni e Michele Peretto. I lavori sono ancora in corso, ma l’inaugurazione è prevista per la prossima settimana, il 16 luglio.

PIAZZA RINNOVATA
L’apertura di questa nuova attività sarà il primo elemento del graduale rinnovamento di piazza Vittorio Emanuele II. Nei prossimi mesi, infatti, quello che attualmente è il palazzo più degradato sarà completamente rimesso a nuovo. Si tratta di palazzo Bosi, adiacente all’Accademia dei Concordi, che ospiterà una Smart Open Library. Al di là degli inglesismi, sarà un ampliamento dell’eccellente biblioteca rodigina e darà finalmente la possibilità agli utenti di navigare nel castello librario e consultare i libri a disposizione senza dover più esclusivamente richiederli agli impiegati. Sarà quello che il presidente dell’Accademia Giovanni Boniolo ha sempre sognato fin dal suo insediamento, un “salotto buono” a disposizione di tutti, divenendo un centro culturale che competa con i più importanti centri italiani analoghi. L’intervento sarà interamente finanziato dalla Fondazione Cariparo con 2,5 milioni di euro.

L’EX LIBRERIA

Un altro elemento della piazza che rinascerà e che in realtà avrebbe già dovuto essere operativo, è lo Iat all’ex Libreria Pavanello. Quell’angolo del municipio che si affaccia su via Zanella e che da anni è destinato a diventare un centro di accoglienza turistica: dovrebbe divenire operativo a metà estate. A causa della lentezza burocratica e della sfortuna, però, oggi è ancora un cantiere in disarmo, un pugno in un occhio per i passanti. Lo scorso settembre, a un paio di settimane dall’avvio dei lavori, un principio d’incendio causato da una scintilla ha “affumicato” gli interni e il soffitto. Da anni a Rovigo manca un servizio di accoglienza per i turisti e, coronavirus a parte, il Comune contava di averlo pronto già nei mesi scorsi. In passato erano persino due i centri di informazione: uno in via Dunant (gestito dalla Provincia, quando ancora deteneva la competenza in materia), e l’altro poco distante da dove sorgerà quello nuovo, negli spazi della storica Farmacia Tre Colombine: sono stati chiusi entrambi. Il progetto è finanziato dal Gal Adige, risanando uno spazio abbandonato da otto anni, adeguando l’impianto elettrico, installando dei nuovi infissi ecocompatibili e corredandolo di un sistema di climatizzazione. Il sindaco Edoardo Gaffeo, stanco che quel cantiere rimanga fermo, nei giorni scorsi ha spiegato di avere personalmente chiesto agli uffici incaricati di accelerare il completamento della ristrutturazione, perché una situazione del genere non fa bene alla città e, per giunta, si trova proprio sotto la principale sede municipale. In teoria gli operai dovrebbero tornare a lavoro la prossima settimana, nella speranza che non sorgano nuovi contrattempi. L’incendio ha reso necessario un intervento della Soprintendenza: ora il parere dei tecnici è arrivato e quindi si tratta solo di portare a termine un intervento che complessivamente richiederà un altro mese di lavoro.
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Il Gazzettino