Contrabbando di gasolio: 7 arresti e 126 denunce, frode da 37 milioni

Contrabbando di gasolio: 7 arresti e 126 denunce, frode da 37 milioni
UDINE - La Guardia di finanza di Udine ha smantellato un gruppo dedito al contrabbando di pseudo gasolio e ha denunciato 133 persone. Il gasolio in contrabbando veniva...

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UDINE - La Guardia di finanza di Udine ha smantellato un gruppo dedito al contrabbando di pseudo gasolio e ha denunciato 133 persone. Il gasolio in contrabbando veniva trasportavano di notte dal nord Europa e nei documenti di accompagnamento veniva indicato come olio lubrificante. Un primo sequestro di un’autocisterna che trasportava l’anomalo prodotto petrolifero sulle strade della provincia di Udine ha dato il via alle indagini.


L'inchiesta, diretta dalla Procura friulana e condotte dai militari del Nucleo di polizia tributaria di Udine, si è conclusa con la denuncia di 133 persone, di cui 7 arrestate; è stata ricostruita un'imponente frode, all’Iva e alle accise, per 37 milioni di euro, conseguente immissione illegale di più di 38 milioni di litri di pseudo gasolio.

Il sodalizio, attivo in tutta Italia e forte di manovalanza reclutata tra i vari Paesi dell’Unione, aveva la sua direzione in Svizzera e varie basi logistiche, sparse tra Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia, Lazio, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. A conclusione delle indagini, il Gip ha disposto il sequestro preventivo di somme e beni fino per 19,5 milioni di euro, corrispondenti all’accisa e all’Iva evase.

Sequestrati conti correnti, depositi titoli e polizze
Le attività di indagine, condotte su tutto il territorio nazionale, hanno portato fino a oggi al sequestro di beni per un controvalore di 5.143.000 euro, di cui 23 conti correnti, 17 tra depositi titoli e polizze assicurative, quote societarie, oltre 60 automezzi e immobili: 182 tra terreni e fabbricati, tra cui alcuni immobili di pregio nel ragusano. 

Il gruppo, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, si avvaleva di una fitta rete di collaboratori da tutta Europa. A tessere le fila della rete era un ristretto gruppo con base in Svizzera, al cui vertice spiccavano un italiano di origini giuliane e un polacco. La ricostruzione dell'organizzazione criminale è avvenuta grazie all'utilizzo di intercettazioni telefoniche, localizzatori satellitari Gps e sistemi di videosorveglianza nei piazzali di sosta e nei depositi di scarico. Il finto gasolio veniva caricato in diversi luoghi tra Belgio, Germania e Polonia, prima di esser distribuito in Italia a compiacenti depositi, distributori stradali e altri utilizzatori finali.


I particolari sul Gazzettino del 5 marzo
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Il Gazzettino