Pellet da Paesi dell’Est: 17 persone ​denunciate, frode milionaria dell'Iva

Il pellet sequestrato dalla Gdf di Udine
UDINE - Contrabbandavano pellet dai Paesi dell’Est con false dichiarazioni di intento; la Gdf di Udine ha scoperto una frode milionaria dell’Iva. Sono...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
UDINE - Contrabbandavano pellet dai Paesi dell’Est con false dichiarazioni di intento; la Gdf di Udine ha scoperto una frode milionaria dell’Iva. Sono state denunciate 17 persone e sequestrati oltre 500.000 chili di pellet. Su ordine della Procura di Udine, le Fiamme gialle del Comando provinciale di Udine, coi funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli del capoluogo friulano, hanno eseguito 42 perquisizioni in Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Valle d’Aosta, Toscana, Liguria, Sicilia e Calabria.


Il meccanismo
L’operazione, che ha visto impiegati 90 militari e 30 doganieri, ha ricostruito una complessa frode doganale e all’Iva. Il meccanismo, architettato da due cittadini russi, titolari ciascuno di una azienda friulana, prevedeva l’acquisto del pellet da alcune società dell’est Europa e la contestuale rivendita, prima ancora dell’importazione in Italia, ad altre due ditte, cosiddette “filtri”, gestite da due romeni, create ad arte per assolvere agli obblighi doganali, riducendo al minimo il carico fiscale, e subito dopo scomparire assieme all’ingente debito d’imposta maturato.

Evasione di 2 milioni di euro
In Dogana, infatti, i due romeni, pur senza averne i requisiti, figuravano “esportatori abituali”: provvedevano a perfezionare l’importazione del prodotto esibendo fatture di acquisto con valori verosimilmente inferiori a quelli, già di per sé competitivi, ottenuti dai due russi, ottenendo così un duplice vantaggio. Da un lato di corrispondere un’Iva sensibilmente ridotta e, dall’altro, grazie alla qualifica usurpata, di poterla addirittura compensare con crediti d’imposta inesistenti, per un’evasione al momento quantificata in circa 2 milioni di euro.

Le società filtro

La frode, oltre che all’importazione, si è poi ramificata nelle cessioni nazionali, interponendo tra le aziende che avevano acquistato e importato il prodotto e i reali acquirenti finali, una serie di società filtro, intestate a prestanome, funzionali al solo azzeramento del debito fiscale. Nel corso delle perquisizioni, i militari e i doganieri hanno rinvenuto e sequestrato oltre 500.000 chili di pellet, interamente riconducibile a quello commercializzato dal sodalizio.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino