Il bar dei gatti a rischio chiusura per le nuove norme igieniche si affida alla solidarietà

Di Cane in Gatto il singolare bar di Martignacco
Il Cat Café di Martignacco rischia di non poter riaprire, ma la speranza arriva dalla solidarietà delle persone che si sono offerte di sostenerlo. ...

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Il Cat Café di Martignacco rischia di non poter riaprire, ma la speranza arriva dalla solidarietà delle persone che si sono offerte di sostenerlo.

Come tutti i locali, anche Di Cane in Gatto ha dovuto chiudere i battenti da marzo a inizio maggio e se per tutti i bar la riapertura è complessa, in questo caso lo è un po’ di più, a causa della sua specificità e del suo punto di forza: la presenza di gatti in sala.
Inaugurato quattro anni fa, il locale alle porte di Udine, infatti, dà la possibilità di gustarsi un caffè o una birra in compagnia dei veri padroni di casa, i mici. Con le nuove regole anti-contagio, però, la situazione si è complicata: «Purtroppo – spiega la proprietaria, Loredana Barichello - per riaprire ci sono delle modifiche interne da fare, che sono risolvibili, ma servono soldi che non abbiamo. Ci sarebbero da eliminare poltrone e divani non sanificabili, mettere delle grate alle finestre per arieggiare e impedire che i gatti escano e risolvere il problema del vano creato dalla doppia porta d’ingresso, dove le persone non potrebbero sostare».
Dall’altro lato, c’è un nodo ancora più stringente: «La cosa più grave di tutte – continua la gestrice - è la presenza di gatti. Sappiamo che, a livello organico, non comporta alcun rischio: non trasmettono il coronavirus. A livello fisico, però, un micio viene accarezzato da molte persone diverse e in questo senso può diventare un mezzo di trasporto. L’azienda sanitaria ci ha quindi comunicato che non possiamo riaprire, a meno che i gatti non vengano chiusi in un’altra stanza senza che si possano toccare. Il concetto è corretto, ma la presenza di mici è la caratteristica fondamentale del nostro bar».
A questo punto, le opzioni per la proprietaria erano due: «Una è tenere chiuso per qualche tempo ancora, attendendo misure meno restrittive – spiega Barichello - ma è insostenibile perché comunque significa pagare affitto, bollette e dipendenti; l’altra è chiudere direttamente tutto subito. Noi non siamo solo un bar: c’è un’associazione che ha sede qui e si occupa di adozioni (mille in 4 anni, ndr) e colonie. Nel momento in cui chiude il locale, sparisce di fatto il sostegno alla stessa associazione perché molti fondi vengono raccolti qui».

Sulla pagina Facebook del Cat Cafè, Barichello ha pubblicato un post sulla possibilità di non riaprire più: in poche ore, sono stati oltre 600 i commenti di persone che non solo hanno espresso dispiacere, ma hanno anche offerto sostegno, proponendo una raccolta fondi. Un’idea che alla fine Barichello ha accolto: «Abbiamo ricevuto una grande solidarietà – dice - e attiveremo un crowdfunding per fare le modifiche interne. In questi ultimi mesi, abbiamo dato in adozione gli 8 gatti che avevamo nel locale: erano in sofferenza perché erano abituati alla persone, ai bimbi, ai rumori. Potremmo ricominciare dalle cucciolate abbandonate: ne abbiamo raccolte già due. L’idea è di riaprire e farli adottare; nel frattempo, avrebbe senso anche creare un vano tutto per loro perché hanno bisogno di tranquillità». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino