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ROVIGO - La proposta lanciata dai sindacati di riaprire il tavolo sulle compensazioni territoriali con Adriatic Lng, alla luce dell’aumentata capacità di stoccaggio del terminal e dei rincari energetici, in particolare del gas, in una contingenza che rischia di stritolare famiglie e imprese mentre ci sono realtà del settore che realizzano importanti extraprofitti, viene respinta al mittente dalla società che gestisce il rigassificatore di Porto Levante.
«Adriatic Lng - precisa questa - fornisce agli operatori del mercato del gas nazionali e internazionali il servizio di rigassificazione di gas naturale liquefatto, Gnl: non svolge attività di trading, importazione, commercializzazione e distribuzione di gas naturale. Il settore della rigassificazione di Gnl è regolamentato dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, che definisce i criteri per l’accesso ai terminali di rigassificazione e per l’erogazione dei relativi servizi. Adriatic Lng non gode di nessun sostegno economico da parte del sistema gas in quanto non è soggetta a fattore di copertura dei ricavi di cui alla regolamentazione tariffaria in vigore e non costituisce, quindi, un costo in bolletta per i cittadini. L’allocazione della capacità di rigassificazione residua di Adriatic Lng, come confermato dalle recenti Open season, avviene, pertanto, nel rispetto dei principi guida europei e nazionali di non discriminazione, trasparenza e miglioramento della concorrenza, sull’esempio delle migliori pratiche sperimentate da altri terminali Gnl europei».
I SINDACATI
I segretari polesani di Cgil, Cisl e Uil, Pieralberto Colombo, Samuel Scavazzin e Gino Gregnanin, avevano motivato la propria proposta sottolineando come «in Polesine, non appena Adriatic Lng chiese di aprire un confronto sul rigassificatore al largo di Porto Levante, a fine anni 90, furono messe in atto, con l’attiva partecipazione dei sindacati confederali, tutte le azioni necessarie per favorire il suo insediamento.
L’AZIENDA
La società, partecipata al 70,7% da ExxonMobil Italiana Gas, società del gruppo ExxonMobil, al 22% da Qatar Terminal Company Limited, affiliata di Qatar Energy, e al 7,3% da Snam, precisa ancora che, «attualmente, la capacità di rigassificazione di Adriatic Lng è di 9 miliardi di metri cubi di gas all’anno, non di 11 come scritto nella nota. Per completezza d’informazione, si aggiunge che la società e l’infrastruttura sono state interamente realizzate e sono gestite con risorse private. Quando il terminale di rigassificazione era ancora in costruzione nei cantieri navali di Algeciras, in Spagna, Adriatic Lng ha sottoscritto un accordo con le amministrazioni locali, rappresentate da Consvipo, con il supporto della Provincia di Rovigo che prevedeva l’istituzione di un fondo, finanziato da Adriatic Lng, a titolo di compensazione ambientale dell’impatto cantieristico per la realizzazione del terminale collocato al largo delle coste venete. Il fondo ha cofinanziato progetti riguardanti il settore della pesca e programmi a favore del Parco del Delta del Po, ma anche attività di carattere urbanistico, culturale e sociale, la cui definizione e realizzazione sono state totalmente demandate, come previsto dall’accordo istituzionale, agli enti locali rappresentati dal Consorzio per lo sviluppo del Polesine».
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Il Gazzettino