Corse folli sull'acqua, ancora gare tra minorenni su barchini: controlli coi droni

Gare a Venezia
VENEZIA - Controlli mirati, multe e sequestri. Il segnale che la questura vuole mandare ai giovani a questo punto è abbastanza lampante: «Il barchino in laguna non si...

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VENEZIA - Controlli mirati, multe e sequestri. Il segnale che la questura vuole mandare ai giovani a questo punto è abbastanza lampante: «Il barchino in laguna non si usa per correre». Una strategia iniziata all'inizio del mese, con l'operazione a Rialto che nella notte tra sabato e domenica aveva interrotto un giro di corse clandestine, poi proseguita nei giorni successivi. Ieri, l'ultimo episodio, con due multe: il primo controllo nel Canale delle Scoasse, di fronte a piazzale Santa Maria Elisabetta, dove sono stati fermati 4 barchini. Un sedicenne scoperto a navigare a gran velocità ha rimediato una multa di 229 euro, è stato accompagnato in questura e consegnato ai genitori. Stessa sanzione anche per un altro giovane alla guida di un secondo barchino. Martedì, sempre al Lido, un'altra pattuglia della polizia aveva distribuito oltre 7mila euro di multe, sempre a ragazzini con la tendenza a utilizzare il barchino con prua rigorosamente impennata e moto ondoso degno di un offshore da competizione. E se le corse non si fermano, la polizia corre ai ripari. Bravate da ragazzini, più che vere e proprie gare clandestine, sicuramente motivate dalla gloria del momento più che per soldi. Non per questo, però, meno rischiose. 

IL FENOMENO
Il problema è stato sottolineato più volte dalle forze dell'ordine: i ragazzini, molto spesso, quei motori fuoribordo li elaborano per renderli più potenti. In terraferma si fa con gli scooter, per aumentare adrenalina e rumore, in laguna ci sono i cofani. Questi giovanissimi, quasi sempre minori, riescono a lanciare i barchini anche a punte di 80 chilometri all'ora, diventando un pericolo, per loro e per gli altri. Negli ultimi anni sono stati diversi gli episodi finiti in tragedia, proprio legati all'alta velocità con cui viaggiano i piccoli motoscafi. Basta una briccola, un tronco galleggiante, un'altra imbarcazione non vista durante la folle corsa, e il barchino decolla. E quando lo scafo si ribalta, a quelle velocità, non sono molte le possibilità di uscirne sani e salvi. 
«NAVIGARE IN SICUREZZA»

«Quello dei ragazzi in barchino è una peculiarità di questa città, mi ha affascinato fin dal primo giorno - precisa il questore di Venezia, Maurizio Masciopinto - e non sarò certo io a eliminare questo splendido rapporto tra giovani e l'acqua. L'ho già detto, non stiamo parlando di delinquenti, ma devono capire che il loro atteggiamento può metterli in pericolo. Quello che voglio è un atteggiamento più prudente. Il mare, o la laguna, sono come il Web: sono delle straordinarie opportunità, ma devono essere affrontate con consapevolezza». E l'alta velocità non è contemplata tra le forme responsabili di questa consapevolezza, tanto che Masciopinto ha messo in campo acquascooter e droni per dare un giro di vite sul tema. «Abbiamo ridisegnato i controlli dopo l'emergenza sanitaria - continua - manteniamo un doppio binario tra prevenzione e pronto intervento. In questi mesi abbiamo raccolto decine di segnalazioni da parte dei cittadini che ora stiamo capitalizzando nel corso di questi interventi. E in tre casi siamo arrivati anche al sequestro dell'imbarcazione».
Davide Tamiello
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Il Gazzettino