Il Comelico rischia l'isolamento: «Tempi troppo lunghi per il secondo tunnel»

Tempi troppo lunghi per un'altra galleria, la soluzione va trovata subito
COMELICO SUPERIORE  - «Il doppio tunnel avrà tempi lunghi per la realizzazione, ora serve il passaggio sulla galleria esistente». Il sindaco di Comelico...

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COMELICO SUPERIORE  - «Il doppio tunnel avrà tempi lunghi per la realizzazione, ora serve il passaggio sulla galleria esistente». Il sindaco di Comelico Superiore, Marco Staunovo Polacco, guarda con realismo alla situazione che si prospetta nei prossimi mesi per il Comelico e i suoi abitanti, ma non solo, anche per quanti sulla strada statale 52 Carnica devono transitare per andare in Pusteria o in Austria attraverso Passo Monte Croce Comelico, o a Sappada e in Carnia attraverso la Cleva. Assieme al presidente dell’Unione Montana del Comelico, Giancarlo Ianese, il sindaco di Comelico Superiore è stato a consulto con una ditta specializzata in progetti per trafori e ne ha ricavato la conclusione che l’unica soluzione fattibile per un secondo tunnel è quello a fianco dell’attuale galleria del Comelico.



LA PRAGMATICA
«Per poter avere uno studio progettuale sulla fattibilità della seconda canna a fianco di quella esistente - dice- dovremo sentire la dirigenza dell’Anas e ricevere anche il consenso del Ministero per i finanziamenti e sicuramente ci vorranno mesi se non anni. Poi si dovranno aspettare i tempi necessari per lo scavo e la realizzazione del tunnel con i criteri di solidità e sicurezza che possano garantire l’affidabilità per i decenni successivi. Tutto questo si deve tenere in considerazione per affrontare con realismo la situazione che si prospetta a fronte della decisione dell’Anas di ristrutturare la galleria Comelico».

«REGOLE CHIARE»
Per il sindaco di Comelico Superiore è inammissibile la proposta di chiudere totalmente la galleria per i 18 mesi prospettati da una delle due proposte dell’Anas e quindi si dovrà valutare con precisione le modalità di aperture a periodi della giornata della seconda proposta, che si protrarrebbe per circa tre anni. «Noi sindaci del Comelico siamo uniti e decisi -dice- nel non accettare alcuna chiusura che penalizzi il traffico automobilistico, i trasporti pubblici e anche il trasporto delle merci in uscita ed entrata. Ma la proposta del transito a fasce orarie è stata avanzata dalla stessa Anas e quindi dobbiamo trovare una confronto che tenga in considerazione le esigenze della popolazione locale e della viabilità in transito così come quella del turismo estivo ed invernale». Le soluzioni di gallerie alternative a quella attuale e alla seconda canna che la affianchi sono improponibili, sia per i costi che per i tempi di realizzazione. «Credo che le ipotesi di una entrata in Comelico -osserva Marco Staunovo Polacco- diversa da quella che è stata scelta negli anni Ottanta del secolo scorso e che sta presentando tutte le sue criticità, sia per la precarietà dei materiali usati nella realizzazione della volta, sia per il percorso dopo l’uscita con i problemi delle frane di Coltrondo e gli smottamenti delle rive del Piave, sarebbero suggestive ma improponibili per i costi che comporterebbero».

LA STRADA DELLA VALLE

Ma anche la proposta di ripristinare il traffico sulla vecchia carreggiata che percorreva il fianco del monte sulla riva destra del Piave è improponibile. Costruita durante il periodo della dominazione asburgica nel 1800 in due anni dal 1838 a 1840, la “strada della valle” ha consentito l’accesso al Comelico per quasi 150 anni su un percorso pianeggiante, a differenza dei precedenti accessi, che dovevano salire verso il Passo Sant’Antonio o da Casera Razzo e Forcella Lavardet. Ora quella strada è abbandonata dal 1986, quando venne inaugurata la galleria e nessuno ci ha più messo mano nemmeno per realizzare una pista ciclabile, come da più parti era sto richiesto. L’unica soluzione realistica per non chiudere l’accesso al Comelico resta quindi quella dell’utilizzo della galleria a fasce orarie, concordate tra i sindaci del Comelico e la dirigenza dell’Anas. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino