«Galan, corruzione provata, pena giusta. Ha usato dei prestanome» Le motivazioni della sentenza Mose

Giancarlo Galan al rientro a casa dal carcere
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VENEZIA - Sono adeguatamente provate le accuse di corruzione formulate nei confronti dell’ex Governatore della Regione Veneto, Giancarlo Galan. E, nonostante la gravità degli episodi contestati, la pena concordata tra accusa e difesa è congrua, valutata «l’incensuratezza dell’imputato e l’aver atteso in Italia l’autorizzazione della Camera dei Deputati, anziché riparare all’estero».




La presidente della sezione gup di Venezia, Giuliana Galasso, ha motivato così la sentenza di patteggiamento con la quale, lo scorso 16 ottobre, ha applicato due anni e 10 mesi di reclusione al deputato di Forza Italia, presidente della commissione Cultura della Camera.



«Le accuse hanno trovato significativi riscontri in acquisizioni documentali (il conto aperto a San Marino) e, soprattutto nelle conversazioni intercettate a carico di Paolo Venuti che hanno confermato il suo ruolo non solo di commercialista, ma anche di prestanome di Galan anche in alcuni investimenti finanziari di cui la moglie di quest’ultimo nulla doveva sapere. Pare giustificata la deduzione che doveva trattarsi di somme diverse da quelle legittimamente percepite, di cui certo la signora Galan era a conoscenza e non potevano essere investite a sua insaputa».



Nel riscostruire gli episodi di corruzione non prescritti (ovvero quelli successivi al luglio 2008) il giudice fa riferimento anche al memoriale difensivo depositato da Galan, sottolineando come l’ex Governatore «non riesce a trovare un solo motivo per cui Baita e Mazzacurati (rispettivamente presidenti di Mantovani e Consorzio Venezia Nuova, i suoi principali accusatori, ndr) debbano calunniarlo ed è comunque costretto ad ammettere di essersi intestato le quote delle società Adria Infrastrutture spa e Nordest media srl». Tali società erano quelli con cui Baita operava nel settore del project financing proponendo di realizzare opere di interesse pubblico per conto della Regione di cui Galan era presidente.





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Il Gazzettino