CAPRILE (BELLUNO) - La prima uscita pubblica da uomo libero l'ha dedicata all'addio all'amico Floriano. L'ex presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan ieri...
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Messa la parola fine sugli arresti domiciliari imposti per sanare le accuse di tangenti legate alla vicenda Mose, il doge di un tempo ha raggiunto la piccola chiesa di Caprile di Alleghe per rendere onore a chi «è sempre stato al mio fianco. Prima e ancor di più dopo le mie disavventure».
Ma ad arrivare nel paesino ai piedi del monte Civetta, pochi minuti prima dello stesso Galan, un altro politico regionale coinvolto nel polverone giudiziario: Renato Chisso. Quando varca il sagrato la chiesa è già colma e allora, con discrezione, conquista un angolo di fronte alla canonica. È da quella posizione dalla visuale privilegiata che vede sopraggiungere l'amico-collega Galan. Gli occhi dei tanti presenti, inutile dirlo, sono tutti per loro. E quindi, dopo un cenno di saluto non visto dal suo interlocutore, resta fermo. Quasi paralizzato. Ma poi, col passare dei minuti e con lo sciogliersi dell'imbarazzo, prende coraggio e si dirige verso il suo presidente. Tra loro una stretta di mano che sfocia in un mezzo abbraccio. Sorrisi reciproci e ricordi di un tempo che fu quando a palazzo Balbi c'era anche il collega Floriano Pra, mancato sabato pomeriggio a 82 anni. «Per Floriano - ha sottolineato Galan - provavo un affetto più che sconfinato. Insieme, dal punto di vista politico-amministrativo, abbiamo trascorso 15 anni. Indubbie le sue doti. Ma ciò che voglio ricordare, oggi, è soprattutto il suo spessore umano. Alla mia età, e con tutto quello che mi hanno fatto, di Floriano ricorderò soprattutto la grande vicinanza che mi ha riservato in questo triste periodo della mia vita: l'ho sempre sentito vicino. Me lo ricorderò quindi come bravo assessore ma in particolare come grande uomo». «Pra è stato per me un amico, un collega, un maestro. Era un politico di vecchio stampo di cui si sentirà la mancanza», dice Chisso del compianto. Non vuole andare oltre, è di poche parole. Ma poi, a un sindaco che gli si avvicina per chiedergli come sta, risponde: «Fisicamente sto recuperando. Sto cercando lavoro ma non lo trovo. Comunque, sono fiducioso».
È a quel punto che arriva il governatore Luca Zaia che però, bloccato dalla folla, non riesce a entrare in chiesa. Non fa valere il suo ruolo per farsi spazio e sta là, fermo, a -10 gradi, come la restante fiumana di sindaci, volontari e cittadini riuniti per salutare il sior Floriano. Dentro, a fianco al parroco padre Piero Viscolani e al vescovo emerito monsignor Giuseppe Andrich, a manifestare ufficialmente il cordoglio della Regione le parole del presidente del Consiglio Roberto Ciambetti (presenti anche gli assessori Gianpaolo Bottacin e Federico Caner).
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Il Gazzettino