C'è davvero il clan dei Casalesi dietro le estorsioni croate che lo scorso dicembre hanno determinato un'ulteriore misura cautelare in carcere per il trader...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LE DIFESESe su questo piano i sospetti dovranno essere approfonditi, la ricostruzione della Procura di Trieste, in ordine alle intimidazioni in stile mafioso, resta tuttavia intatta. Il gruppo era andato negli uffici di Pola numeroso, organizzato e gerarchizzato. «Le accuse sono state ridimensionate, adesso va fatta chiarezza», afferma l'avvocato Guido Galletti, difensore di Gaiatto. Il legale di Iozzino, il ferrarese Massimo Bissi, non è affatto soddisfatto. «Qualcosa è stato accolto, ma non è stata fatta giustizia - osserva - Non è chiaro quello che è successo, ci sono molte incongruenze e la vicenda merita un approfondimento, soprattutto sul rapporto con le parti offese in Croazia».
VITTIMA INDAGATAIl riferimento alle vittime dell'estorsione non è casuale. Una delle persone minacciate - costretta a cedere a favore di Gaiatto auto di lusso (una Range Rover Sport e una Porsche Cayenne) e a rinunciare a crediti per 3,4 milioni - un mese fa è rimasta coinvolta in un'inchiesta della Procura di Catania su una frode fiscale da 10 milioni di euro attraverso un complesso meccanismo di cui facevano parte esperti contabili, commercialisti e broker molto abili a delocalizzare all'estero imprese in crisi e a trasferirne il patrimonio. Catania, Londra e Croazia era il triangolo. La vittima delle estorsioni a Pola, finchè non ha interrotto i rapporti con l'ideatore delle operazioni societarie, sarebbe stato il referente per le delle società da far rinascere in Croazia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino