Fabio Gaiatto era pronto scappare, a condizionare le indagini e puntava alla scarcerazione per riprendere l'attività di trader nascondendosi dietro il nome della madre....
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Per questi sette indagati - secondo i giudici - le esigenze cautelari sono state motivate senza distinguere le singole posizioni, in quanto non tutti avevano «lo stesso rilievo nell'ambito dell'associazione». Per Gaiatto e la compagna l'ordinanza va invece «ritenuta pienamente valida». Intercettato durante i colloqui con la madre che gli faceva visita in carcere, Gaiatto ammette che era pronto a scappare e a ricominciare tutto da capo. Non è fuggito perchè era in attesa che una russa gli accreditasse un finanziamento da 50 milioni di euro. «Quei soldi - dice alla madre - Quei 50 milioni che dovevo investire doveva portarli quella russa. Sarei già andato via sei mesi prima se li avevo tutti quanti, perchè pensavo sempre con questa russa di sistemare le cose».
Il Riesame ha valorizzato diversi episodi: l'ordine dato alla commercialista di distruggere i faldoni zeppi di documenti; l'entrata in scena dei Casalesi usati per intimorire i propri debitori («Bisogna pagare gli zii», dice alla madre in un'intercettazione); la necessità di procurarsi schede telefoniche e telefoni puliti. Sempre alla madre, infatti, dice creare una nuova mail, di non usare quella di Najima, di non usare il wi-fi di casa e parlare con un telefono non rintracciabile. Il Riesame ricorda che Gaiatto, nonostante la perquisizione del 2016, ha continuato a raccogliere il denaro dei risparmiatori dicendo che lo avrebbe investito nel forex. E che alla madre aveva prospettato di riprendere l'attività non appena sarebbe tornato a casa, anche se ai domiciliari. Gli sarebbe bastato un tablet. È uno scenario in cui, secondo i giudici, Najima Romani non avrebbe un ruolo di comparsa. È lei, sempre tramite la madre, che Gaiatto incarica di sistemare gli affari immobiliari in Croazia prima che scattino i sequestri. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino