Le opere di Gabbris Ferrari in mostra al museo dei Grandi Fiumi

Inaugurata la mostra con le opere di Gabbris Ferrari
ROVIGO - “Museo in scena”, la nuova esposizione permanente al museo dei Grandi fiumi con 46 opere di Gabbris Ferrari preparatorie all’allestimento di tre sezioni...

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ROVIGO - “Museo in scena”, la nuova esposizione permanente al museo dei Grandi fiumi con 46 opere di Gabbris Ferrari preparatorie all’allestimento di tre sezioni museali, è stata inaugurata ieri e annuncia la «strategia di valorizzazione del patrimonio culturale della città», ha detto l’assessore Roberto Tovo. Si parte da questa nuova esposizione, aperta gratuitamente al pubblico tutti i giorni dalle 10 alle 13 e il sabato e la domenica anche dalle 15 alle 18 (con chiusura settimanale il lunedì) che «è una riflessione su come il museo deve crescere, secondo il pensiero del padre che l’ha ideato: è stata scelta una sala precisa per la mostra per permettere vari livelli di fruibilità. Le opere di Gabbris Ferrari sono visibili prima del percorso museale, per dare da subito ai visitatori una percezione migliore dell’esposizione, sia al termine del percorso per avere un quadro di insieme. Ci sono una riflessione e un progetto, dunque, e questo è un primo passo importante», ha concluso Tovo, dopo aver ricordato che a oggi «non tutte le sale del museo sono fruibili: è quindi spontaneo chiedersi “Ci sono lavori in corso?”. E la risposta è :“Felici novità che vedremo a breve”».


LA COLLABORAZIONE
Il museo cittadino è uno dei luoghi sotto l’attenzione del Comune, pronto a valorizzare il patrimonio culturale locale. In questa strategia rientra la collaborazione con la Fondazione della Banca del Monte, che ha promosso e sostenuto questa novità per la città a partire «da una cospicua donazione di opere di Gabbris Ferrari dalla moglie Meri Veronese - ha spiegato il presidente della Fondazione, Giorgio Lazzarini - parte di queste sono i disegni e bozzetti per l’allestimento delle sezioni delle Età del Bronzo, del Ferro e Romana».
La mostra “Museo in scena” è stata ritenuta una preziosa opportunità di restituire alla città una ricchezza culturale da utilizzare per varie azioni, dopo quelle realizzate dal 2017 con una mostra a palazzo Roverella delle opere appartenenti alla collezione. A questa azione erano seguiti due progetti di alternanza scuola-lavoro, con la ricognizione e schedatura delle opere, poi un progetto con il liceo Celio-Roccati, che «aveva impegnato gli studenti di vari indirizzi - ha ricordato Lazzarini - in una rappresentazione teatrale e in una mostra in Pescheria nuova. Quest’anno è arrivata l’esposizione di alcune opere a palazzo Nagliati e ora l’allestimento al museo dei Grandi fiumi, che è un invito ai giovani a credere nelle proprie intuizioni e ad attivarsi per queste, con passione. “Museo in scena” non sarebbe stata possibile senza la collaborazione del Comune, grazie alla figlia Camilla Ferrari, che ha prestato alcune opere per rendere completa l’esposizione, e a Claudia Biasissi che ha curato l’allestimento», che ha i testi critici di Ivana D’Agostino.


L’EREDITÀ ARTISTICA


«Gabbris - ha ricordato Biasissi - era perennemente in creazione e ci rendeva partecipi della sua mente sempre in movimento. Ai Grandi fiumi ci ha lasciato un nuovo modo di esporre, trasponendo l’arte alle conoscenze scientifiche: la capacità artistica si è messa a disposizione della scienza», ha concluso, ricordando tra i protagonisti della nascita del museo anche Andrea Pirani, ex dirigente comunale recentemente scomparso. Ha chiuso la cerimonia di inaugurazione in sala Flumina, affollata da studenti, rodigini e amici dell’artista che per Rovigo è stato tra le figure più importanti nel recente panorama culturale, l’intervento della conservatrice del museo, Chiara Vallini: «Grazie al pensiero e alla mano di artista di Gabbris Ferrari, con la leggerezza espressiva delle sue pitture, la visione di regista e le competenze di scenografo, nessun museo ha l’unicità che ha il museo dei Grandi fiumi». Un museo con un’impronta d’artista.

 

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Il Gazzettino