BELLUNO - Su dodici Comuni veneti nati, nell’ultimo decennio, dalla fusione di più realtà, la fa da padrona la provincia di Belluno, con ben cinque...
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Per Longarone, che in tutto ha ricevuto 10 milioni di euro, e Quero Vas, a cui sono andati poco meno di 5 milioni di euro, si tratta per il momento della decima e ultima annualità di contributi statali. Ma la normativa potrebbe presto cambiare e prorogare i benefit di un altro lustro. «Fondersi – afferma Alberto Peterle, sindaco di Alpago – richiede sacrifici enormi, perché il percorso non è assolutamente facile». Per il primo cittadino, però, non è una questione economica: la fusione diventa lo strumento per riorganizzare l’intera macchina amministrativa. Dopo sette anni – continua l’amministratore – abbiamo una struttura comunale più grande e più organizzata. Le prospettive, in questi sette anni, sono poi cambiate: l’iniziale obiettivo di ampliare i servizi è stato sostituito con il mantenimento e la gestione di quello che già c’è. Di fronte alle sfide un comune fuso risulta più reattivo e in grado di garantire i servizi base».
In Alpago i finanziamenti arrivati sono stati utilizzati per investimenti finalizzati ad una miglior vivibilità, con il potenziamento del tessuto sociale, cioè scuola e famiglia. La fusione ha inoltre permesso di elargire, annualmente, 500 euro per ogni nato, 50mila euro per le microimprese, altrettanti per le associazioni. «Qualora i trasferimenti si esaurissero – conclude Alberto Peterle – queste spese correnti verranno ridefinite». I contributi inizialmente prevedevano l’erogazione al nuovo ente, per un periodo di dieci anni, di un contributo pari al 20% dei trasferimenti statali 2010 spettanti ai municipi che si sono fusi. L’incentivo è stato successivamente innalzato fino al 60% ed anche l’importo massimo spettante ad una fusione è stato aumentato, passando da 1,5 a 2 milioni di euro. Pochi giorni fa, il Ministero dell’Interno ha stanziato la nuova tranche.
Secondo l’analisi della Fondazione Think Tank Nord Est, in Veneto arriveranno altri 11 milioni di euro, per un totale di oltre 65 milioni di euro dal 2014 ad oggi. Borgo Valbelluna, che in soli cinque anni ha già beneficiato di quasi 10 milioni di euro, è la fusione con la dimensione demografica maggiore (13.410 residenti). Ad Alpago, invece, in sette anni sono stati erogati 8,4 milioni di euro. Il contributo pro capite più alto si registra a Val di Zoldo, con 259 euro all’anno per abitante, davanti a Longarone con 199 e Alpago con 182.
«Le difficoltà con cui oggi si confrontano i piccoli Comuni sono causate da dinamiche sociali, spopolamento in primis, destinate purtroppo a proseguire anche nei prossimi anni – spiega Antonio Ferrarelli, presidente della Fondazione Think Tank Nord Est – e pertanto è necessario mettere in campo tutte le soluzioni possibili per migliorare l’erogazione dei servizi e la gestione del territorio, a partire dalla riduzione della frammentazione amministrativa. In questa prospettiva apprezziamo la rotta tracciata dal nuovo Piano di riordino territoriale della Regione Veneto cui è stato affiancato un progetto di legge che agevola i percorsi di fusione, abbassando il quorum del referendum al 30%».
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Il Gazzettino