Petroliere derubato di notte in villa: «Non sono Stacchio, niente armi»

Giancarlo Miotto, il petroliere derubato nella sua villa di Mogliano
MOGLIANO - Giancarlo Miotto tira un sospiro di sollievo. Il petroliere di Mogliano sa che l'assalto dei banditi alla sua villa avrebbe potuto finire molto peggio. E per...

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MOGLIANO - Giancarlo Miotto tira un sospiro di sollievo. Il petroliere di Mogliano sa che l'assalto dei banditi alla sua villa avrebbe potuto finire molto peggio. E per questo non ha voglia di alzare i toni addolcendo anche la versione dei fatti. «Per fortuna non è successo nulla - spiega - in pratica si è trattato di un piccolo furto. Faccio comunque un brindisi al pericolo scampato». Il titolare della Miotto Generale Petroli di Marghera non fa alcun accenno al custode né alle minacce.




Ma allora, Miotto, cosa è accaduto?

«Stiamo facendo dei lavori e mancano alcune imposte. I ladri sono entrati da una porta. Purtroppo avevamo dimenticato di attivare l'allarme. Verso le tre abbiamo sentito rumori molto forti provenienti dal piano inferiore. Anche perché abbiamo due cani lupo all'interno della villa. Mia moglie mi ha chiamato. E io le ho detto di far scattare l'allarme. Quando hanno sentito la sirena i ladri sono subito scappati. Di seguito è arrivato l'istituto di vigilanza e poi anche i carabinieri».



Avete visto i banditi? Siete stati minacciati?

«Non sarei così tranquillo».



Cosa hanno rubato?

«I soldi trovati in giro. Ma una somma irrilevante. Di fatto non hanno rubato niente in casa perché sono stati disturbati. E poi sono scappati via».



È preoccupato?

«Naturale essere preoccupati quando ti vengono in casa e spaccano per entrare. È evidente che questi fenomeni stanno seguendo una linea che preoccupa tutti. C'è tensione. Adesso prenderemo ulteriori provvedimenti per la nostra sicurezza».



Qualcuno suggerisce di prendere un'arma per difendersi.

«È capitato a uno dei gestori che rifornisco (il benzinaio Graziano Stacchio, che nel vicentino uccise un rapinatore, ndr). Posso capire. Ma io sono molto poco propenso. Se uno ha un'arma magari può anche scambiare un bambino che piange per un ladro. Magari non ha il polso, il carattere e l'equilibrio. Bisognerebbe prima fare un corso. Ma chi stabilisce chi può e chi no? Le armi sono uno strumento che, se liberalizzato, potrebbe essere estremamente pericoloso. È chiaro che bisogna difendersi. Ma io non sono filoamericano. Bisogna allargare la sicurezza e il controllo su chi arriva in Italia. Solo così si potrà vivere un po' più tranquilli».



Cosa farete d'ora in poi per difendervi?

«Non lo so. Ci metteremo a pregare». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino