Ladruncole da record, arraffati 113 capi di abbigliamento nonostante gli allarmi: fermate fuori dal negozio

Due ragazze tentano di rubare 113 capi di abbigliamento: portano fuori dal negozio 4 borsoni pieni
PADOVA - Sono riuscite a trasportare fuori dal negozio quattro borsoni zeppi di indumenti, uscendo a più riprese dalla porta sul retro incuranti del sistema d'allarme....

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PADOVA - Sono riuscite a trasportare fuori dal negozio quattro borsoni zeppi di indumenti, uscendo a più riprese dalla porta sul retro incuranti del sistema d'allarme. È accaduto domenica pomeriggio al punto vendita Kiabi di via Venezia alla Stanga, dove però le due aspiranti ladre sono state sorprese e bloccate dagli agenti della polizia locale. La più giovane, di 17 anni, è stata affidata ai genitori, mentre la maggiore, ventenne, è stata arrestata e condannata.

Erano da poco passate le 17 quando i dipendenti del negozio di abbigliamento hanno sentito scattare, per la seconda volta in pochi minuti, l'allarme collegato a una porta sul retro dell'edificio. Una porta di servizio, interdetta al pubblico, che affaccia sul piazzale a cui accedono i dipendenti e i veicoli per il trasporto della merce, raggiungibile dal parcheggio che serve il Centro Bonaventura. Al primo controllo i commessi non avevano notato nulla, pensando a un errore. La seconda volta invece hanno visto un'auto ferma proprio davanti alla porta e con due sagome a bordo.

È quindi scattata la richiesta di intervento che ha fatto arrivare sul posto gli agenti del reparto Polizia giudiziaria. Individuata l'auto, hanno scorto all'interno le ragazze che tentavano di nascondersi sotto ai sedili. Fatte scendere e trattenute, è stato ispezionato il veicolo. All'interno sono state trovate quattro voluminose borse dello stesso negozio, colme di capi d'abbigliamento a cui erano state strappate le etichette.

Sono stati recuperati 113 indumenti del valore complessivo di 1.200 euro, che sono stati restituiti al negozio. Le giovani sono state trasferite al comando di polizia locale e identificate: entrambe cittadine italiane, risultano residenti fuori dal Veneto ma di fatto vivono in un campo nomadi della cintura urbana.

La minorenne, essendo incensurata, è quindi stata denunciata per furto e successivamente su disposizione dell'autorità giudiziaria competente riaffidata ai genitori convocati in comando. La ventenne invece aveva già diversi precedenti per furto: è stata arrestata e ieri ha affrontato il processo per direttissima. È stata condannata a un anno di reclusione e al pagamento di 200 euro di multa, beneficiando però della sospensione della pena.

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Il Gazzettino