Rubava i lingotti di stagno: smascherato operaio infedele alla Pometon

La Pometon di Maerne
MAERNE - Aveva trovato il modo, ovviamente illecito, per arrotondare,...

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MAERNE - Aveva trovato il modo, ovviamente illecito, per arrotondare, e di un bel po’, lo stipendio, rubare dalla fabbrica il prezioso stagno usato per la produzione delle varie leghe, ma i dirigenti si sono presto insospettiti, lo hanno sorvegliato e all’alba di ieri è scattata la “trappola”: l’operaio ladro ha trovato ad attenderlo fuori dai cancelli i carabinieri che l’hanno colto con i “lingotti nel sacco” e denunciato. Il grave episodio è successo alla Pometon, grosso stabilimento metallurgico di Maerne, la principale realtà industriale del comune, che dà lavoro a ben 170 dipendenti e che, dopo tanti anni difficili, negli ultimi tempi sta viaggiando bene grazie anche agli importanti investimenti, compresi quelli in ricerca e sviluppo. Da alcuni mesi però la direzione ha iniziato a notare periodiche sparizioni di lingotti di stagno, pezzi da 25 chilogrammi l’uno e dal valore ciascuno di circa mille euro, che non a caso vengono tenuti sotto chiave in cassaforte. I sospetti sono presto caduti su un lavoratore di 28 anni residente a Spinea, che peraltro ha tradito doppiamente la fiducia riposta in lui visto che l’azienda gli aveva appena offerto un’ottima opportunità professionale e un futuro stabile trasformando già il suo contratto da tempo determinato a tempo indeterminato: l’inizio degli ammanchi, infatti, era coinciso con la sua recente assunzione e, soprattutto, ai responsabili della fabbrica non erano sfuggiti dei comportamenti strani e sospetti da parte sua, a cominciare da frequenti e immotivati andirivieni dal reparto rame, quello dov’era assegnato, agli spogliatoi. L’operaio è stato quindi tenuto d’occhio, con discrezione ma estrema attenzione, nelle ultime settimane e ieri, in cui era impegnato nel turno notturno, i dirigenti devono averlo scorto mentre asportava il materiale e già nottetempo hanno allertato i carabinieri. E così, alle 6.30, alla fine del suo orario, all’uscita dallo stabilimento il ventottenne ha trovato ad attenderlo, con i due direttori di produzione, i militari della stazione di Martellago, che lo hanno perquisito, facendo puntualmente bingo: aveva addosso un lingotto e un altro è stato rinvenuto nella sua auto, per un valore di mercato di ben duemila euro. I carabinieri, che poi hanno proceduto anche alla perquisizione domiciliare, hanno denunciato a piede libero il giovane operaio per furto: ovviamente l’azienda lo ha immediatamente licenziato. “Bisogna porre termine a questi furti ai danni delle aziende, certi tipi di comportamento vanno scoraggiati il più possibile, non devono ripetersi - commenta il presidente della società, Diego Pellizzon - Il messaggio deve essere chiaro”. 

 

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Il Gazzettino