OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
VENEZIA - L'uomo accusato di aver fatto da basista per il clamoroso furto a Palazzo Falier, casa della famiglia Giol, vuole essere processato, convinto di poter provare la sua innocenza. Gli altri sette imputati - un paio accusati di aver eseguito anche questo colpo, gli altri solo di episodi minori - hanno invece chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato. Si dividono le strade processuali del gruppo di cittadini di nazionalità rumena e moldava, tutti tra i 20 e i 30anni, finiti sotto processo per una dozzina di furti a danno di abitazioni, negozi e uffici, messi a segno tra l'aprile e il novembre del 2019, a Venezia, Mestre e Mogliano. Il più clamoroso, appunto, quello a Palazzo Falier in campo Santo Stefano.
IL GRUPPO
Ieri in otto sono comparsi davanti al giudice monocratico di Venezia, Claudia Ardita, che ha rinviato l'udienza al 31 maggio per i sette che, con gli avvocati Stefania Pattarello e Annamaria Marin, hanno chiesto di essere giudicati con l'abbreviato: Grigore Besliu, Radu Delev, Cristi Daniel Enache, Costantin Iulian Munteanu, Cristian Palanciuc, Irina Pleteniuc e Ion Profor. La posizione di Costantin Cimbru - il presunto basista del furto in casa Giol - è stata invece stralciata, come richiesto dal suo difensore, l'avvocato Jacopo Trevisan, e sarà assegnata ad un altro giudice per il processo con rito ordinario.
A rappresentare l'accusa il pubblico ministero, Antonio Gava, che dopo aver coordinato le indagini dei carabinieri che portarono all'individuazione del gruppo, aveva disposto la citazione diretta di dieci persone, con accuse e ruoli diversi.
I COLPI
Un colpo clamoroso, si diceva, quello a Palazzo Falier. I ladri entrarono in azione nel cuore della notte tra il 19 e il 20 luglio 2019. Agirono indisturbati, eludendo i sistemi d'allarme e portandosi via una cassaforte con preziosi per circa 500 mila euro, nonché due orologi Rolex e duemila euro in contanti. Le telecamere immortalarono la loro fuga, con la grande cassaforte al seguito. Dopo quasi due anni di indagini, per quel colpo, finirono sotto accusa Cimbru, figlio della domestica di casa Giol, ritenuto il basista del colpo eseguito con Besliu e Profor. Le stesse indagini ricostruirono anche altri colpi, assai meno sofisticati. Furti notturni, spesso con spaccate ai danni di ristoranti. Come al Due Colonne di San Polo, il 25 aprile 2019, bottino 350 euro dalla cassetta delle mance; al Farini, a San Polo, il successivo 21 luglio (nessun bottino); alla gelateria Grom di Cannaregio (rubati 500 euro, metà in monetine). Tre i furti a Mogliano, colpiti anche centri commerciali di Mestre e Marghera. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino