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Due anni fa riuscì a impossessarsi di 500 paia di occhiali griffati del valore di oltre 70mila euro. Non si trattò certo di un’impresa alla Arsenio Lupin perché quegli occhiali li trasportava per lavoro. Ma ci provò lo stesso e, alla fine, fu preso e arrestato. Nel frattempo il giovane, A.S. le iniziali, di 24 anni e residente in provincia, è finito a processo e ieri mattina, in Tribunale a Belluno, l’avvocato Paolo Serrangeli non ha potuto far altro che accordarsi con il pubblico ministero e patteggiare: 1 anno e 2 mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena, e 600 euro di multa. Il giudice ha accolto la richiesta delle parti. Il maxi furto avvenne in un periodo di tempo molto limitato, tra il 5 e il 10 luglio di tre anni fa. Questo significa che il giovane si appropriò, in media, di 100 paia di occhiali al giorno. Tutti della nota marca francese “Celine”. Insomma, un bel bottino. Ma come ci riuscì? In realtà fu molto semplice. All’epoca dei fatti il ventenne lavorava per la ditta “Speed Trans Courier”, con sede a Belluno, che era stata incaricata dalla società di spedizioni “Ge.Tra” srl, con sede in Alpago, del trasporto di partite di occhiali finiti e semifiniti. In altre parole i furgoni della Speed Trans Courier andavano a recuperare la merce da alcune ditte sparse sul territorio, ma anche fuori provincia, e le trasportavano poi ai magazzini della società Thelios di Longarone (produttrice degli occhiali di cui sopra). Le aziende da cui andavano a rifornirsi erano la “Vista Eyewer” di Alano di Piave, la “Omas” di Segusino (in provincia di Treviso), e la “Mistral” di Quero. A.S. era uno degli autisti ed è probabile che, in uno dei tanti viaggi, gli sia balzata alla testa l’idea di rubare la merce che stava trasportando. Ci provò nel luglio del 2018. Dopo ogni trasporto, effettuato dall’imputato, alcuni scatoloni sparivano. Continuò così per 5 giorni finché il 24enne non riuscì a raggruppare 500 paia di occhiali del marchio Celine del valore di oltre 70mila euro. Solo allora rimase soddisfatto e si fermò. Tuttavia c’è qualcosa che non torna perché le Forze dell’ordine non riuscirono a recuperare la refurtiva. A chi fu venduta? Il giovane aveva dei complici? La Procura non riuscì ad accertarlo. Sembra che qualcuno, venuto a conoscenza del lavoro del ventenne, lo avvicinò e gli propose il colpo. In fondo erano solo pezzi di plastica e molti non erano stati terminati: chi poteva accorgersene? A essere sinceri, erano molto di più. E la marca “Celine” ne era la prova più evidente.
Il Gazzettino