Rovigo. Colpo alla gioielleria Scopa, tutto devastato. L'ira del titolare: «A cosa serve la videosorveglianza della piazza?»

Rovigo. Colpo alla gioielleria Scarpa, tutto devastato
ROVIGO - Per tutta la giornata di ieri gli operai hanno lavorato per cercare di riparare la porta d'ingresso della gioielleria Scopa devastata dai ladri. Dentro, tra gli...

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ROVIGO - Per tutta la giornata di ieri gli operai hanno lavorato per cercare di riparare la porta d'ingresso della gioielleria Scopa devastata dai ladri. Dentro, tra gli scaffali eleganti, il via vai e l'inevitabile confusione, il titolare, Lorenzo Scopa, cercava di far fronte al disastro con un ammirabile sangue freddo. Amarezza e rabbia tenute a bada dalla necessità di provvedere comunque a mettere in sicurezza quel che resta del negozio prima di procedere alla stima dei danni e di quanto arraffato dai ladri.

«L'allarme ci ha svegliato alle 4 di stanotte - commenta Scopa - e siamo subito corsi in negozio trovando il disastro. Porta divelta e vetrine vuote. È da allora che sono qui e ancora non so come riusciremo a sistemare. La cosa che più amareggia è che anche due anni fa, con il precedente furto, si era sollevato il problema della sicurezza. Cosa è cambiato da allora? Il risultato è sotto gli occhi di tutti: ingresso sfasciato e negozio devastato. A cosa serve allora la videosorveglianza della piazza? Io so solo che dovremo stare chiusi per almeno 15 giorni per sistemare tutto e poter riprendere a lavorare. Non possono succedere queste cose nel cuore della città. Chi lavora deve essere tutelato».


IL COLPO IN GIOIELLERIA


Il giorno dopo il colpo, sotto i portici di piazza Vittorio Emanuele II, il cuore della città, il salotto buono del passeggio, chi cammina davanti alla gioielleria non può evitare di gettare un'occhiata oltre le transenne del cantiere improvvisato per guardare e commentare i segni lasciati dai ladri su uno dei negozi storici del centro.
Il colpo è avvenuto attorno alle 4 nella notte tra venerdì e sabato, quando una banda ben organizzata ha sfondato la porta d'ingresso della gioielleria con un tirante assicurato al retro di un furgone Fiat Ducato, che è stato abbandonato sul posto ancora in moto, mentre loro scappavano a bordo di due auto che erano lì, pronte per garantire la fuga prima dell'arrivo della Polizia.

LA CASSAFORTE


I malviventi non sono riusciti a portare via la cassaforte, che è rimasta chiusa all'interno del negozio, ma hanno arraffato i gioielli esposti lasciando perdere quanto c'era sugli scaffali interni. Un colpo organizzato nei minimi particolari, in tempi rapidissimi per dileguarsi prima dell'arrivo delle forze dell'ordine. Il che porta a immaginare una banda di professionisti che hanno studiato meticolosamente orari, logistica e vie di fuga. «Sono avvilito - aggiunge il titolare - per la facilità con cui chiunque possa fare delle cose del genere nella piazza della città, a cinque metri dalla porta del municipio». Non aggiunge altro Lorenzo Scopa mentre si guarda intorno. Questo è il secondo furto per la storica gioielleria aperta nel 1956 e di cui rappresenta la seconda generazione di titolari. Il precedente è del 5 settembre 2021, ma in quel caso i ladri avevano sfondato il negozio con un'auto e avevano rubato i preziosi esposti. Le vetrine erano state cambiate e così la porta, rinforzata. Non è bastato. Stavolta i ladri l'hanno divelta agganciandola a un furgone. Una scena da film, con la sicurezza di agire indisturbati a quell'ora di notte. Il botto ha svegliato i residenti, ma saranno le indagini a raccogliere indicazioni utili a ricostruire la dinamica del furto e della fuga dei ladri. La Squadra mobile della questura di Rovigo ha atteso l'arrivo della Scientifica per i rilievi nella gioielleria. Presto, comunque, per fare il punto sul bottino. Quello che più preoccupa il titolare sono i tempi per ripristinare le strutture danneggiate. «Non possono succedere queste cose nel cuore della città» ripete. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino