Venezia, due donne eleganti entrano in gioielleria, chiacchierano col titolare e sparisce la merce esposta: maxi bottino

Venezia, due donne eleganti entrano in gioielleria, chiacchierano con il titolare e sgraffignano la merce esposta: maxi bottino
VENEZIA - Furto con destrezza nella gioielleria Corniola, in calle della Canonica, al civico 346 di San Marco. L'episodio è avvenuto sabato pomeriggio, quando nel...

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VENEZIA - Furto con destrezza nella gioielleria Corniola, in calle della Canonica, al civico 346 di San Marco. L'episodio è avvenuto sabato pomeriggio, quando nel negozio sono entrate due donne vestite elegantemente. Ieri l'esercizio era chiuso, e la ricostruzione dei fatti proviene dal personale dei negozi vicini. Le due donne avrebbero iniziato a parlare con il titolare, Gino Marzi, facendosi mostrare vari oggetti di madreperla e di oreficeria. Ad un certo punto, una delle due avrebbe continuato a discutere con Marzi, posizionato di spalle alla vetrina. Proprio da uno dei ripiani dell'esposizione, l'altra complice ha rubato un plateau con parte della merce in mostra, infilandolo velocemente nella capace borsa. Il titolare si sarebbe accorto del furto solo dopo che le donne si sono allontanate, e ha chiamato le forze dell'ordine.

Furti in aumento

«In ogni negozio della calle ogni giorno si registrano furti - raccontano dalla prospiciente Pelletteria Venexiana - Di solito sono furtarelli e chiudiamo un occhio, altre volte vengono rubate merci più costose, come purtroppo in questo caso, e allora è bene denunciare il fatto alla polizia o ai carabinieri. Ultimamente i furti sono maggiormente rivolti ai negozi di occhiali, dove ladri e ladre rubano quelli firmati. Orami c'è una specializzazione anche nei furti: i ladri non prendono più quel che capita, ma ciò che sanno di valore e di più appropriato».

Difficile trovare in calle della Canonica, a due passi da piazza San Marco, personale veneziano o persino italiano. I commessi sono tutti cinesi od originari dal Bangladesh: chiacchierano con i turisti in più lingue, ma se si chiede loro un commento fingono di non capire ed iniziano a balbettare con lo sguardo perduto nel vuoto. È la Venezia che cambia, che è già cambiata.

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Il Gazzettino