Entrano in casa, rubano il telefono e minacciano il proprietario: «Ridammi i 50 euro che mi devi o sfascio tutto»

Entrano in casa, rubano il telefono e minacciano il proprietario: «Se non mi dai 50 euro sfascio tutto»
UDINE - Forzano il portone di uno stabile abitato in via Alfieri e si introducono all'interno dell'abitazione. Messo a segno il colpo, pensano di averla fatta...

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UDINE - Forzano il portone di uno stabile abitato in via Alfieri e si introducono all'interno dell'abitazione. Messo a segno il colpo, pensano di averla fatta franca e se ne escono cercando di fuggire da occhi indiscreti. Tuttavia, a bloccarli una manciata di metri più in là è una volante della Questura di Udine, insospettita dalla corsa nervosa e affannata con la quale i due erano usciti dall'edificio.

I due, un cittadino italiano 37enne e un cittadino albanese 41enne, non hanno fornito alcuna giustificazione circa la loro presenza lì. Dopo aver constatato che la porta d’ingresso dello stabile era stata forzata e che la mobilia della cucina alla quale si accedeva da lì era stata completamente danneggiata, gli agenti hanno ritrovato in una tasca dei pantaloni dello straniero due smartphones, uno dei quali con codice di sblocco sconosciuto all’uomo e un paio di orecchini. Condotti i due uomini in Questura, gli agenti hanno accertato che un telefono e gli orecchini appartenevano a una donna residente in quell’abitazione, al momento fuori provincia. Uno dei due malviventi aveva minacciato al telefono il suo compagno, avvisandolo che se non gli avesse dato la somma di 50 euro, che vantava come credito, gli avrebbe sfasciato la casa. Acquisite le sommarie informazioni di un testimone e la denuncia delle persone offese, gli agenti hanno arrestato i due uomini per furto in abitazione aggravato dalla violenza sulle cose, deferendoli altresì all’Autorità Giudiziaria anche per i reati di minacce aggravate e danneggiamento, conducendoli presso la locale Casa Circondariale. Nella mattinata di sabato, convalidato l’arresto, il GIP, sussistendo l’esigenza cautelare di impedire la reiterazione del reato, e per lo straniero anche il pericolo di fuga, ed i gravi indizi di colpevolezza, disponeva per lo entrambi gli arrestati la misura della custodia cautelare in carcere.

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Il Gazzettino