VENEZIA - Avevano parcheggiato le auto vicino all'aeroporto Marco Polo per poi mettersi subito al lavoro. Non erano né piloti, né steward, bensì ladri che avevano tutta...
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Qui si fingono viaggiatori, ma sul marciapiede antistante l'ingresso "C" della sala arrivi entrano subito in azione. Erano da poco passate le 12.30. Adocchiano il borsello di un imprenditore 45enne di nazionalità uzbeka appena atterrato assieme ad altri tre colleghi. In un amen se ne impossessano: all'interno un tablet, denaro, documenti personali, chiavi di casa, dell'auto e carte di credito. Insomma, un colpo da ko. Il problema per i predoni, però, è che tutto è avvenuto a favore di telecamera, cosicché è bastato che alcuni agenti della polizia di frontiera si posizionassero nei pressi delle due auto con targa bulgara parcheggiate poco prima e aspettassero il ritorno della batteria. Non è passato molto tempo.
Nonostante un breve tentativo di fuga, quattro malintenzionati su cinque sono stati bloccati. In manette sono finiti l'autore materiale del furto, un 47enne macedone non nuovo a questo tipo di scorribande, il complice cui poi era stato passato il borsello, un 42enne kosovaro con precedenti per reati inerenti l'immigrazione, e altri due sodali: un 43enne kosovaro e un 49enne macedone.
Il giudice il giorno seguente al termine della direttissima ha disposto il divieto di dimora in Veneto per il ladro "effettivo", l'obbligo di firma per l'uomo trovato materialmente con il borsello e otto mesi di reclusione e 300 euro di multa pena sospesa per gli altri due complici. Ore contate anche per il quinto componente della batteria: gli agenti infatti avrebbero raccolto indizi circostanziati attraverso la registrazione dei clienti di un albergo della zona.“ Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino